LA RISCOSSA DEI RIVOLUZIONARI ARABI PER RIAPPROPRIARSI DELLA PRIMAVERA

LA MANIFESTAZIONE contro il progetto della Costituzione che fa della donna tunisina un essere complementare all’uomo e non più il suo eguale coincide con quella che si è svolta a Sidi Bouzid, culla della rivoluzione tunisina e di quelle di tutto il mondo arabo. Nel momento del colpo di Stato “soft” del presidente egiziano Mohamed Morsi e in cui in Siria si assiste al ruolo crescente degli estremisti islamici, queste due manifestazioni in Tunisia simboleggiano la voglia di riscossa dei rivoluzionari arabi.

LA MANIFESTAZIONE contro il progetto della Costituzione che fa della donna tunisina un essere complementare all’uomo e non più il suo eguale coincide con quella che si è svolta a Sidi Bouzid, culla della rivoluzione tunisina e di quelle di tutto il mondo arabo. Nel momento del colpo di Stato “soft” del presidente egiziano Mohamed Morsi e in cui in Siria si assiste al ruolo crescente degli estremisti islamici, queste due manifestazioni in Tunisia simboleggiano la voglia di riscossa dei rivoluzionari arabi.
Per le donne tunisine questo progetto è sinonimo di una regressione culturale e scatenerà certamente una crisi nella coalizione di governo che vede gli islamici di Ennahda associati a due partiti laici, tra cui quello del presidente Moncef Marzouki, da sempre strenuo combattente per i diritti della donna. È allora lecito chiedersi quale sarà la capacità degli islamici al potere in Tunisia di gestire il Paese e di rispondere alle attese sociali nate con la rivoluzione.
Non dobbiamo infatti dimenticare che la rivolta di Sidi Bouzid è cominciata come un movimento sociale, al quale solo in un secondo momento si è aggiunto quello per la rivendicazione dei diritti umani contro la dittatura. Oggi, in Tunisia come in Egitto o altrove nel mondo arabo c’è l’incapacità dei regimi nati dalla rivoluzione di fornire lavoro ai giovani. Questi stessi regimi minacciano adesso la libertà di stampa e i diritti della donna, rischiando di infrangere lo spirito stesso della rivoluzione.
All’inizio delle rivoluzioni arabe gli islamisti non hanno giocato nessun ruolo. Poi, però, nel corso dei mesi, e soprattutto grazie alla potenza delle loro organizzazioni politiche, sono riusciti a recuperare terreno, fino a scippare la rivoluzione a coloro che ne erano stati i protagonisti. Il giorno in cui i rivoluzionari della prima ora dovessero insorgere contro gli islamisti, bisognerà vedere da quale parte si schiereranno le masse arabe. Per il momento alle manifestazioni femministe della Tunisia partecipa solo la classe media e laica, la stessa che ha subito in un recente passato innumerevoli provocazioni da parte dei salafisti, senza che nessuno si ergesse a sua difesa.
Per cambiare le carte in tavola, questa classe media laica dovrebbe solidarizzare con la gioventù povera che simboleggia Sidi Bouzid. Solo da quest’unione potrebbe nascere una forza politica in grado di insidiare la dominazione degli islamisti alle elezioni legislative previste nella primavera del 2013.
(testo raccolto da Pietro Del Re)

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password