“Fiom scomoda”, niente dibattito alla festa Pd

Polemiche a Torino per il mancato confronto sulla crisi della Fiat. I metalmeccanici invece invitano Fassina al loro happening    

Polemiche a Torino per il mancato confronto sulla crisi della Fiat. I metalmeccanici invece invitano Fassina al loro happening    

ROMA — Un’intera festa democratica, quella che si terrà a Torino dal 31 agosto al 13 settembre, senza neppure un dibattito dedicato alla Fiat, e al futuro di Mirafiori, la fabbrica-simbolo per la quale si aspetta di conoscere il destino nel prossimo mese di ottobre? Non poteva accadere, e di fatti non accadrà, ma la strada per arrivare a parlare di Fiat con dirigenti e militanti del Pd è lunga e travagliata. La Fiom non ci sarà (mentre paradossalmente il Pd sarà presente alla festa, parallela, dei metalmeccanici della Cgil): sarebbe un ospite considerato troppo scomodo dopo gli strappi degli accordi separati da Fim e Uilm.
E per dissimulare un’assenza altrettanto scomoda si è scelto il low profile,
decidendo, all’ultimo momento, di organizzare un confronto che vedrà protagonista l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, a confronto con uno o più esperti della materia. Niente sindacati: «Abbiamo un calendario molto serrato, quindi abbiamo scelto di evitare i consueti dibattiti dove Cgil, Cisl e Uil si confrontano tra loro – spiega la segretaria provinciale del partito Paola Bragantini – Il tema del lavoro attraversa l’intero programma della festa, e siamo orgogliosi che ci sia tanta attenzione sul modo in cui l’abbiamo progettata. Il dibattito sulla Fiat si farà, è giusto parlarne, ma non sfugge e nessuno che, dal governo alla Città di Torino, tutti sollecitano l’impegno e un pronunciamento chiaro sul futuro dell’azienda e della sua permanenza a Torino, senza per altro averlo ancora ottenuto ».
Ma lo strappo tra Fiom Fim e la Uilm, pesa come un macigno, e trasforma i metalmeccanici della Cgil (che, va detto, hanno visto fin qui realizzarsi la maggior parte delle loro più pessimistiche previsioni su Mirafiori, dove negli otto anni dell’era Marchionne si è passati da sette a una sola linea di produzione) in un ospite irricevibile alla festa di un partito che preferisce sdrammatizzare. Così, è anche l’ostracismo verso la Fiom ad aver fatto inizialmente “dimenticare” l’opportunità di inserire il futuro della Fiat nel programma della Festa, e a farlo rientrare ora con una formulazione alquanto asettica. Paradossalmente, esponenti
del Pd saranno invece presenti alla festa Fiom, da qualche anno una tradizione a Torino. «Non ci rassegniamo a un Pd che non parla di lavoro – dice Giorgio Airaudo, responsabile nazionale dell’auto per la Fiom – e per questo abbiamo invitato Stefano Fassina a dirci come si comporterebbe un governo di centrosinistra: convocherebbe la Fiat o meno? Berlusconi non lo ha fatto, Monti non lo sta facendo, il ministro Fornero attende da tempo un appuntamento…». «Forse – conclude Airaudo – il gruppo dirigente del Pd torinese sottovaluta il problema o si sente in colpa per essere stato in passato molto vicino ai lavoratori. Altri dirigenti, come lo stesso Bersani, non hanno avuto alcun problema a venire a discutere con noi».

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