Noi del centro anziani Ai Pini

Di tutte le riflessioni, le analisi, i commenti, le elucubrazioni e i retroscena sulla ricomparsa di Silvio Berlusconi ce n’è una che spiega tutto in una riga. «Lei è un militante del Pdl?», chiede il cronista a un signore cammellato in pullman a un convegno. E quello: «No, io sono del centro anziani Ai Pini». Basta, chiuso, finito. Persino Altan non avrebbe potuto fare di meglio.

Di tutte le riflessioni, le analisi, i commenti, le elucubrazioni e i retroscena sulla ricomparsa di Silvio Berlusconi ce n’è una che spiega tutto in una riga. «Lei è un militante del Pdl?», chiede il cronista a un signore cammellato in pullman a un convegno. E quello: «No, io sono del centro anziani Ai Pini». Basta, chiuso, finito. Persino Altan non avrebbe potuto fare di meglio. Ma poi, pensandoci, non siamo un po’ tutti del centro anziani Ai Pini? Non siamo un po’ tutti in gita con il sacchettino del pranzo, il miraggio che ci vendano qualche pentola a poco prezzo, la speranza di divagarci un po’? Sì, è così. Siamo in viaggio premio verso l’Idaho dove andiamo a tentare la bella figura con i potenti del mondo, quelli veri, quelli che hanno inventato Apple, o Microsoft, o Facebook, noi che abbiamo inventato al massimo la Fornero. E quella volta che siamo stati caricati su un pullman per vedere la strabiliante modernità dell’Europa con la sua moneta unica e imbattibile, e siamo tornati tristi e stanchi rimirando le rovine? E quando ci hanno raccontato di uno strabiliante rilancio, Fabbrica Italia, investimenti per 20 miliardi sull’auto e poi marameo e chi si è visto si è visto? E non siamo noi, alla fine, quelli del viaggetto rigenerante nei territori del welfare 2.0 dove sì, d’accordo, un po’ meno diritti per chi ce li ha (aveva), ma sai che cuccagna poi per i precari? E ogni volta noi del centro anziani Ai Pini ci siamo messi in fila e siamo saliti sul torpedone ebbri di speranza, incoraggiati dagli imbonitori dei grandi giornali. E ogni volta siamo tornati stanchi e assetati, spossati e delusi. Non ci hanno nemmeno venduto le pentole, ci hanno solo dato il volantino della prossima gita organizzata dalla Bce: coraggio, più flessibili e stipendi più bassi e dopo vedrete che figata! E ora eccoci qui ad aspettare la prossima gita, la prossima fregatura concepita per il nostro bene, ci mancherebbe. Noi, noi del centro anziani Ai Pini, le vere vittime di «devastazione e saccheggio», noi che torniamo da ogni gita con meno soldi, meno diritti, meno prospettive, meno speranze e meno giustizia. E pure senza pentole.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password