La storia culturale del secondo ‘900 al filtro del principio di contrapposizione

Uscito per Carocci «Polemiche letterarie. Dai Novissimi ai lit-blog» di Gilda Policastro. Oggi la presentazione a Roma

Uscito per Carocci «Polemiche letterarie. Dai Novissimi ai lit-blog» di Gilda Policastro. Oggi la presentazione a Roma

Gilda Policastro è studiosa di autori come Sanguineti e Pasolini, scrive per vari giornali; frequenta blog letterari, scatenando a volte, suo malgrado, risse di scarsa dialettica. Chi meglio di lei, dunque, poteva scrivere un libro sulle polemiche letterarie (Polemiche letterarie. Dai Novissimi ai Lit-blog, Carocci, pp. 207, euro 18). In realtà il libro non si occupa di polemiche, o non nel modo che ci si aspetterebbe. Lo si capisce dopo che nell’introduzione viene chiamato in causa Gramsci lasciando credere al lettore di preparare la strada per la nota querelle tra i due maggiori letterati (diversamente) gramsciani della seconda metà del Novecento. Niente di tutto questo: alla polemica occorsa nell’estate-autunno del ’57 tra Pasolini e Sanguineti l’autrice non fa cenno se non breve in chiusura di volume.Una scelta precisa, vedrà il lettore. Per Policastro a contare sono anzitutto le opere: l’arco cronologico impostato fa stacco a partire dall’antologia dei Novissimi (1961), e della stagione della neoavanguardia che lì inizia viene messo sul tavolo proprio qualche opera (qualche romanzo, in particolare: e la scelta risulterà funzionale al discorso sulla bibliodiversità condotto nell’ultima parte del libro, se il romanzo è il genere – la voce merceologica – sopra cui si concentrano i massimi investimenti dei gruppi editoriali dominanti e non solo).
Una simile impostazione si sostiene proponendo la categoria della «polemica in atto» (tutta da discutere e da difendere), che pretende la propria giustificazione sotto un concetto di cultura e di letteratura, e di storia naturalmente, avente nel principio di contrapposizione (la polemica) il proprio motore, in ricercata coerenza con l’oggetto privilegiato (l’avanguardia, letteratura polemica per definizione) e con i riferimenti eletti e dichiarati, letterari (Sanguineti) e filosofico-politici (Gramsci).
Una elezione che permette di recuperare idee attualissime e utili come quella di «letteratura mercantile» proveniente dai Quaderni del carcere, non accolta tuttavia fino in fondo, poiché se il suo autore – che oggi forse interrogherebbe Acciaio di Silvia Avallone – raccomanda di non trascurarne l’indagine per la storia della cultura, Polemiche letterarie si limita a lanciare strali contro il mercato: condivisibili, ma che dovrebbero essere accompagnati da una riflessione sulla capacità del mercato di intercettare il gusto della massa. Le note gramsciane vengono del resto stralciate con deliberata tendenziosità, evidente nel piegare, in favore dell’istanza avanguardista, le etichette di «contenutisti» e «calligrafi» a uno schema manicheo estraneo a Gramsci stesso, il quale non mancava di definire il calligrafismo «livrea da maggiordomo» laddove Policastro ne fa «spazio altro e opposto al noto».
Calcare la mano sull’avanguardia ha comunque una sua logica ideologicamente speculativa, adottando il principio di contrapposizione quale criterio utile a orientarsi nella storia culturale degli ultimi cinquant’anni, postmoderno compreso, visto come momento di illusoria o dolosa rimozione del conflitto, a tutti i livelli: dentro l’opera, che non sa o non vuole rappresentare le contraddizioni storico-sociali in quanto contraddizioni, tra le opere tra gli autori tra i critici, che non conoscono più lotte di poetica, tra i critici e in generale tra gli intellettuali, che abbandonano la più salutare militanza. Ciò, sia chiaro, con le dovute eccezioni e solo fino a tutta la postmodernità. Il fatto è che, sì, Policastro, con Romano Luperini (altro riferimento di questo studio), la dà per conclusa; però a fronte di una visibile ripresa, entro il cosiddetto «ritorno alla realtà», dell’aspirazione a un momento ideologico antitetico (e in questo il ruolo della rete è ambiguo: incoraggia un posizionamento o solo lo inscena?), rimane da vedere se la tesi da contrastare non continuerà a farsi inafferrabile per liquidità al primo accenno di contrapposizione

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