Nella città medaglia d’oro della Resistenza la due giorni di «Alleanza europea dei movimenti nazionalisti» con gli xenofobi ungheresi di Jobbik, il Front national, il British national party e Fiamma tricolore
Nella città medaglia d’oro della Resistenza la due giorni di «Alleanza europea dei movimenti nazionalisti» con gli xenofobi ungheresi di Jobbik, il Front national, il British national party e Fiamma tricolore È preannunciato per venerdì e sabato, 6 e 7 luglio, presso l’Hotel Michelangelo, lo svolgimento di un convegno a Milano indetto dall’Alleanza europea dei movimenti nazionalisti (Aemn), formalmente un coordinamento costituitosi nell’ottobre 2009 a Budapest su iniziativa dei razzisti ungheresi di Jobbik, del Front national francese e dei neonazisti inglesi del British national party, cui si sono aggiunte numerose altre formazioni da Spagna, Svezia, Slovenia, Portogallo, Russia, Belgio, Lituania, Malta, Polonia e Bulgaria. Da segnalare nell’occasione anche l’arrivo di statunitensi e russi. Duecento persone in tutto, stante la sala.
Anche se l’Aemn non ha i numeri per formare un proprio gruppo a Strasburgo (ci vorrebbero 25 deputati di sette paesi diversi), il suo obiettivo è la costituzione di un partito paneuropeo, contro l’Europa federale e in «difesa della famiglia e dei valori tradizionali». Ovviamente scontato il no all’ingresso della Turchia nel consesso europeo. Si tratta in realtà del tentativo di nuova Internazionale nera con ipernazionalisti, neofascisti e neonazisti di tutte le risme e da tutte le latitudini.
Due i temi annunciati: la fondazione di un sindacato europeo e la crisi dell’euro. Ad aprire l’incontro sarà il deputato europeo Bruno Gollnisch del Front national, cui seguiranno gli interventi di Nick Griffin del British national party e dell’eurodeputato Béla Kovàcs di Jobbik. Al termine dei lavori dovrebbe essere anche stilata una specie di «dichiarazione politica comune».
L’Italia verrà rappresentata dalla Fiamma tricolore (cui è stata demandata l’organizzazione delle due giornate milanesi), guidata dall’ex parlamentare europeo Luca Romagnoli, passato alla notorietà per aver sostenuto, nella campagna elettorale del 2006, di non aver mai avuto «elementi sufficienti» per dichiarare l’esistenza delle camere a gas nei campi nazisti. In prima fila, oltre a lui, anche Roberto Jonghi Lavarini (di Destra per Milano e del Pdl) e il lepenista nostrano Roberto Perticone (di Vox Populi). Nelle ultime ore è stata anche fatta filtrare la notizia del possibile arrivo dei nazisti greci di Alba d’Oro. Difficile pensarlo, anche perché di un altro giro a livello europeo, rappresentato in Italia da Forza nuova. Il tutto a ridosso della stazione centrale, uno dei punti di ritrovo a maggior densità multietnica che la metropoli conosca.
La Rete Antifascista milanese, composta dalla Camera del lavoro, dall’Arci e da numerose altre associazioni, tra cui Memoria antifascista, ha già chiesto a Prefettura e Questura che questo raduno «pericoloso per la convivenza civile e democratica» non abbia luogo, e invitato il Sindaco di Milano, città Medaglia d’oro della Resistenza, perché manifesti «la propria contrarietà a questo avvenimento, qualificando come non gradite le persone e le forze che vi vorrebbero partecipare».
Milano ha già conosciuto negli ultimi anni avvenimenti simili. Nel 2010, in maggio, con Forza nuova e Jobbik in piazza Aspromonte, seguito qualche giorno dopo, a Cinisello Balsamo, da un raduno europeo degli Hammerskin. In misura minore, nel novembre 2011, un altro a Bollate. Sarebbe ora di dire basta.
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