Tornano i Lynyrd Skynyrd “Il rock era il nostro destino”

ILynyrd Skynyrd occupano nella storia del rock il posto che la squadra del Grande Torino occupa nella storia del calcio: una formazione di stelle cancellata, proprio all’apice del suo successo, da un disastro aereo. Avevano già  scritto le immortali Free bird e Sweet home Alabama i Lynyrd Skynyrd, quando il 20 ottobre del 1977 l’aereo che li trasportava precipitò portandosi via il cantante Ronnie Van Zant, il chitarrista Steve Gaines e sua sorella Cassie, corista del gruppo.

ILynyrd Skynyrd occupano nella storia del rock il posto che la squadra del Grande Torino occupa nella storia del calcio: una formazione di stelle cancellata, proprio all’apice del suo successo, da un disastro aereo. Avevano già  scritto le immortali Free bird e Sweet home Alabama i Lynyrd Skynyrd, quando il 20 ottobre del 1977 l’aereo che li trasportava precipitò portandosi via il cantante Ronnie Van Zant, il chitarrista Steve Gaines e sua sorella Cassie, corista del gruppo.
Dopo di allora nulla è stato più lo stesso, a cominciare dal fatto che i superstiti, oltre al ricordo, portavano e portano ancora nel corpo i segni di quella tragedia. La musica però non si è fermata e dopo il reunion tour del 1987, i Lynyrd Skynyrd hanno continuato a comporre e a esibirsi grazie ad uno dei fondatori, il chitarrista Gary Rossington, che il 13 giugno sarà in Italia con la band per il primo appuntamento del festival “10 giorni suonati” al Castello di Vigevano, in cui tra l’altro presenteranno
il nuovo album Last of a dying breed, la cui uscita è prevista per la fine di agosto.
Quando Rossington risponde al telefono, mancano un paio di ore dalla partenza del suo aereo per Londra, prima data del tour europeo: «Non suoniamo spesso
in Europa» dice il chitarrista, «l’impressione è di riprendere un dialogo, il pubblico dimostra di amare la nostra musica e la cosa affascinante è che vediamo sempre gente nuova ai nostri concerti. Di sicuro, ciò che non vorrei è di continuare a fare concerti solo
per farli, come ad esempio accade agli Stones».
Tutto è scritto, osserva Rossington, «nulla avviene per un caso, nella vita». Anche tornare insieme dopo tanti anni e tanti cambiamenti nella formazione, perché «c’era un lascito impor-
tante da onorare e anche una tragedia da superare: restare agganciati alla musica ci è sembrata la cosa più giusta da fare, innanzitutto perché ce lo chiedevano i nostri fan». La musica nel destino, dunque, ma anche il destino scritto nella musica: nel brano
That smell,
qualche mese prima dell’incidente aereo, gli altri Skynyrd raccontarono nel 1977 l’incidente d’auto di cui fu vittima Rossington, mentre ubriaco e drogato si trovava alla guida di una Ford Gran Torino, distrutta contro una quercia. Un tour venne rinviato, gli altri non gradirono, lo multarono di cinquemila dollari e ironizzarono pesantemente su di lui nel testo della canzone.
La musica può diventare anche un dialogo a distanza tra artisti.
Sweet home Alabama
venne scritta in risposta a Neil Young che in
Alabama
e in
Southern man
aveva criticato lo Stato americano e la sua gente. Da orgogliosi artisti del Sud i Lynyrd Skynyrd avevano risposto nella loro canzone: «Spero che Neil Young lo ricordi, un uomo del Sud non ha bisogno di lui». Sono amici, si stimano,
ma gli Skynyrd non hanno mai inciso il brano
Powderfinger
che Young ha poi scritto appositamente per loro: «Non è arrivata al momento giusto» dice Rossington, «però è vero, un giorno potremmo suonarla dal vivo».

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