PRO E ANTI

Come se non fossero mai stati inzuppati di berlusconismo fin nelle parti più intime, delle volgarità  di un regime da operetta e di una retorica nazional-militaresca che spesso e volentieri parodiava il fascismo, gli italiani prendono le distanze dal recente passato. Ce lo dice un sondaggio reso noto alla vigilia della parata militare che sfilerà  oggi sui Fori imperiali di Roma, sia pur in tono minore rispetto agli altri anni: il 68 per cento degli interpellati dalla Swg per la trasmissione Agorà  di Raitre si è dichiarato contrario alla tradizionale sfilata, percentuale che raggiunge il picco dell’86 per cento tra i giovani dai 18 ai 24 anni.

Come se non fossero mai stati inzuppati di berlusconismo fin nelle parti più intime, delle volgarità  di un regime da operetta e di una retorica nazional-militaresca che spesso e volentieri parodiava il fascismo, gli italiani prendono le distanze dal recente passato. Ce lo dice un sondaggio reso noto alla vigilia della parata militare che sfilerà  oggi sui Fori imperiali di Roma, sia pur in tono minore rispetto agli altri anni: il 68 per cento degli interpellati dalla Swg per la trasmissione Agorà  di Raitre si è dichiarato contrario alla tradizionale sfilata, percentuale che raggiunge il picco dell’86 per cento tra i giovani dai 18 ai 24 anni.
Si dirà: è per via del terremoto, i soldi andavano usati per i soccorsi, o ancora che la campagna antisprechi ha colpito al cuore della Difesa, che mantenere le truppe a Kabul è diventato un lusso che non possiamo più permetterci e nemmeno vederle sfilare per le strade della capitale è conveniente, perfino che i sentimenti pacifista e antimilitarista sono ormai maggioritari nel cuore degli italiani. Tutto vero, ma la spiegazione rischia di essere non esaustiva. I fischi all’inno nazionale durante la finale di Coppa Italia Napoli-Juventus, il basso gradimento per i militari e i loro costi paiono lo specchio rovesciato dei tricolori a ogni balcone e dell’inno cantato a squarciagola ai Mondiali del 2006, delle telecronache Rai da Istituto Luce delle parate nell’era La Russa, del bombardamento mediatico sui «nostri ragazzi in missione di pace» in Iraq prima, in Afghanistan poi.
Azzardiamo, a complemento: fosse che, per una parte non trascurabile dei nostri concittadini, il sogno berlusconiano di un Paese senza Stato eccitasse il nazionalismo nella stessa misura in cui il ritorno a una dura realtà fatta di tasse e sacrifici lo converte nel suo opposto? Che siano, alla fin fine, due facce della stessa medaglia?

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