A rivelarlo uno studio dell'Osservatorio di Lisbona per la Giornata internazionale contro la droga. “Su 30 paesi, 29 segnalano una qualche coltivazione di cannabis”. A danno dell'hashish

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Non più solo consumo: ora l’Europa produce la “sua” marijuana

A rivelarlo uno studio dell’Osservatorio di Lisbona per la Giornata internazionale contro la droga. “Su 30 paesi, 29 segnalano una qualche coltivazione di cannabis”. A danno dell’hashish

A rivelarlo uno studio dell’Osservatorio di Lisbona per la Giornata internazionale contro la droga. “Su 30 paesi, 29 segnalano una qualche coltivazione di cannabis”. A danno dell’hashish

ROMA – In Europa aumenta la produzione interna e la quota del mercato di marijuana a danno dell’hashish. È quanto riporta l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze di Lisbona (Oedt) in una relazione pubblicata oggi in occasione Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico di droga. Secondo l’osservatorio, il mercato della cannabis in Europa è in “continuo stato di evoluzione”, e da principale consumatore, il Vecchio continente sta diventando anche un importante produttore, con oltre 78 milioni di europei tra i 15 e i 64 anni che l’hanno provata, e circa 9 milioni di giovani europei tra i 15 e i 34 anni che l’hanno consumata nell’ultimo mese.

“Dei 30 paesi aderenti all’Oedt, sono 29 quelli che segnalano una qualche coltivazione di cannabis”, spiega l’Osservatorio. Un cambiamento del mercato avvenuto negli ultimi venti anni. “Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Finlandia e Regno Unito – spiega l’Oedti – hanno fatto registrare una forte crescita dei livelli di produzione interna di cannabis negli ultimi due decenni. I dati relativi al numero di piantagioni di cannabis scoperte in Europa mostrano segni di un aumento della produzione interna di cannabis nella maggior parte dei paesi che fornisce dati dal 2004”. Cambiano anche le modalità di consumo, e alle resine si preferisce la marijuana. “L’analisi mostra che in due terzi dell’Europa, il consumo di cannabis è dominato dalla marijuana, mentre un terzo dalle resine. In 10 di questi paesi (Bulgaria, Repubblica Ceca, Grecia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Polonia, Slovenia, Slovacchia e Croazia ), oltre il 90% della cannabis consumata è sotto forma di erba”.

Nonostante l’impegno delle forze dell’ordine a contrastare il fenomeno della produzione interna, secondo l’Osservatorio, l’attenzione “sembra ancora essere focalizzata sull’uso di cannabis, piuttosto che sull’approvvigionamento. Il rapporto mostra che in 19 dei 22 paesi che hanno fornito dati sufficienti, la maggior parte dei reati sono legati all’uso, con percentuali comprese tra il 51% e il 96%”. Per Wolfgang Götz, direttore dell’Oedt, “i reati per cannabis costituiscono la maggioranza dei reati di droga segnalati nell’Ue – spiega -. Circa 700 tonnellate di cannabis e resina vengono sequestrate in Europa ogni anno. Nel frattempo, quasi tutti i paesi dell’Ue riferiscono di essere colpiti dalla coltivazione domestica di cannabis, uno sviluppo che porta con sé conseguenze in termini di salute pubblica e di sicurezza”. L’Europa, spiega infine l’Osservatorio, è stata per trent’anni anche il maggior consumatore di resine, ma la produzione, stavolta, avviene all’estero, in  quelle aree che l’Osservatorio chiama le “Big five”: il Nord Africa (Marocco), il sud-ovest asiatico (Afghanistan), i Balcani (Albania), il Medio Oriente (Libano) e l’Africa sub-sahariana. Per l’Europa, tuttavia, è il Marocco, il primo paese esportatore di resina e le vie d’ingresso sono il Portogallo e la Spagna.

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