Luca Abbà  dimesso: «Presto sarò con voi»

NO TAV Dopo 109 giorni di ospedale. Al via il campeggio estivo di Chiomonte. E c’è già  chi ne chiede lo sgombero. Vertice di amministratori a Torino

NO TAV Dopo 109 giorni di ospedale. Al via il campeggio estivo di Chiomonte. E c’è già  chi ne chiede lo sgombero. Vertice di amministratori a Torino TORINO.  La lotta, il volo, la paura, il ricovero e la guarigione. Luca Abbà, l’attivista No Tav caduto dal traliccio lo scorso 27 febbraio, è uscito dall’ospedale. Lo ha annunciato attraverso una lettera. «Finalmente, dopo 109 giorni di “detenzione” ospedaliera, sono uscito dalla mia camera d’ospedale. Ma ci vorrà ancora tempo per poter tornare alle mie vecchie abitudini di vita, per diversi mesi proseguirò la fisioterapia in ospedale alcuni giorni a settimana e dovrò curare in prima persona la mia riabilitazione con esercizi quotidiani». Poi, ha aggiunto: «Tutto sommato posso dirmi soddisfatto di come è andata finora, e, nonostante le caratteristiche dell’incidente che mi è accaduto, le conseguenze sono state meno gravi dell’immaginabile». Ha ringraziato il personale sanitario e tutti quelli che gli sono stati vicino: «Non solo familiari e amici, ma anche chi in tutta Italia, e oltre, ha seguito con grande apprensione l’evolversi della mia situazione». Ha chiesto, infine, ancora un po’ di tranquillità. «Appena possibile tornerò attivo e presente in prima fila».
Intanto a Chiomonte, vicino all’area del cantiere, è iniziato la scorsa settimana il campeggio dei No Tav. La prima iniziativa è stata studentesca, con sei giorni di lotta e assemblee – organizzati dai ragazzi delle superiori – che termineranno domani. «Ma – spiega il movimento – si andrà oltre, per tutta l’estate, incrociando esperienze e saperi». Domenica si è svolta una passeggiata attorno alle reti con una pulizia e una marchiatura dei sentieri. La sera prima, invece, durante l’ormai rituale «battitura vicino al fortino», ci sono stati momenti di tensione con le forze dell’ordine, ma nessuno scontro. Secondo la Questura, alcuni manifestanti avrebbero lanciato oggetti (sassi e biglie) contro la polizia. È presto arrivata una nota del sindacato di polizia Siap: «Dopo l’avvio della “campagna d’estate della scorsa notte non vogliamo un’altra estate di violenze». Il Sap ha chiesto lo sgombero del campeggio. «Riconosciamo – risponde il Comitato giovani No Tav, Ksa – i forti legami che ci sono tra le politiche che hanno distrutto la scuola pubblica e hanno privato di un futuro un’intera generazione e le politiche di speculazione e devastazione ambientale che la questione Tav rappresenta. Per questo ci teniamo a precisare che il cantiere e le truppe occupanti rappresentano una minaccia concreta per il nostro futuro. E quindi crediamo che non possano pensare di trascorrere una tranquilla vacanza in Valle a nostre spese».
Ieri, a Torino, si è svolto in Regione un vertice sulla Torino-Lione tra gli amministratori della Val Susa, il governatore Cota, il presidente della provincia Saitta e il sindaco Fassino. Sono state ipotizzate le prime «opere di compensazione»: 10 milioni di euro destinati a iniziative legate alla Smart Valley (banda larga, fibre ottiche, wi-fi), all’energia sostenibile, agli interventi di edilizia pubblica (con particolare riguardo alle scuole) e all’assetto idrogeologico. «Ci siamo presi 90 giorni – spiega Mario Virano, presidente dell’Osservatorio tecnico – per trasformare questi indirizzi in progetti operativi da presentare al Cipe e da far partire non appena i fondi verranno sbloccati». Al termine dell’incontro è intervenuto Sandro Plano, presidente della Comunità montana, contrario all’opera: «Le linee di intervento in astratto vanno bene ma è necessario un investimento a breve termine su un piano di sviluppo della Valle e crediamo che con 10 milioni non si possa fare. Dei 140 milioni di euro previsti per ora ce ne sono solo 10, è una cifra piccola rispetto alla mole di problemi che avremo con la Tav».

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