GUNTHER TEUBNER
Un’opera inserita in quel filone teorico che interroga il mutamento della forma-stato
GUNTHER TEUBNER
Un’opera inserita in quel filone teorico che interroga il mutamento della forma-stato
Gunther Teubner è una figura intellettuale che con molta difficoltà può avere omologhi in Italia. È sicuramente uno storico del diritto, ma anche un teorico sociale. In Germanie è considerato l’erede di Niklas Luhman, il sociologo che ha applicato rigorosamente la teoria dei sistemi per spiegare le dinamiche delle società capitalistiche «mature». Ma Teubner è noto soprattutto per il tentativo di spiegare la «produzione della legge» a partire dal rapporto esistente dal «sottoistema del diritto» con l’habitat in cui opera. Oltre al volume analizzato in questa pagina – Nuovi conflitti costituzionali. Norme fondamentali dei regimi transnazionali, Bruno Mondadori, pp. 208, euro 25 -, in Italia sono stati pubblicati gran parte dei suoi scritti più importanti, da Il diritto possibile (Guerini Scientifica) a La cultura del diritto nell’epoca della globalizzazione (Armando editore), da Il diritto policontestruale (La Città del Sole) a Il diritto come sistema autopoietico (Giuffrè).
Ma ciò che risulta interessante nell’elaborazione dello studioso tedesco è l’assunzione della crisi del diritto fondato sullo stato-nazione e sulla assoluta rilevanza che hanno i movimenti sociali, e in conflitti, nella produzione di norme.
L’opera di Teubner può essere dunque inserita a tutti gli effetti in quel filone di riflessione che vede come protagonisti Saskia Sassen (in particolare il saggio Territorio, autorità, diritti, Bruno Mondadori), Toni Negri e Michael Hardt (Impero e Comune, entrambi pubblicata da Rizzoli), Ulrich Beck (Potere contropotere nell’età globale, Laterza), Jürgen Habermas. Seppur con esiti diversi e prospettive tra loro eterogenei e talvolta confliggenti, la prospettiva che li accomuna è la presa d’atto della fine di quel nazionalismo metodologico che caratterizza l’analisi del capitalismo. In altri termini, i mutamenti della forma-stato alla luce della tensione tra dimensione sovranazionale e nazionale dentro la globalizzazione. Ma se Saskia Sassen sottolinea come lo stato nazione vede «riconfigurata» la sua sovranità attraverso una modifica dei rapporti tra potere esecutivo, legislativo e giudiziario, con una egemonia del primo dovuta alla legittimità avuta da organismi sovranazionali, Teubner, Negri e Hardt insistono invece sul fatto che la sfera del diritto è continuamente «terremotata» dall’azione dei movimenti sociali che scelgono quasi sempre come luogo di azione una dimensione globale, anche quando fortemente ancorati a una dimensione locale.
Da questo punto di vista, la centralità assegnati alla fase costituente costringe a fare i conti su una governance che assume la dimensione costituente dei movimenti sociali per svuotarla e renderla quel fattore di stabilità che i governi nazionali e le organizzazioni internazionali non riescono più a garantire.
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