Il Medioevo è fra noi

Vanno riscoperticerti luoghi dello spirito in Italia:il priore di un eremo nel Tirolo apre le bottigliedelle sue grappe alle erbe con i gesti di un magotra gli alambicchi. Tutti i monasteri che sianodi Francesco o di Benedetto,di Romualdoo di Brunone sono stati prima di tutto fortezze della memoria e trincee di resistenza 

Vanno riscoperticerti luoghi dello spirito in Italia:il priore di un eremo nel Tirolo apre le bottigliedelle sue grappe alle erbe con i gesti di un magotra gli alambicchi. Tutti i monasteri che sianodi Francesco o di Benedetto,di Romualdoo di Brunone sono stati prima di tutto fortezze della memoria e trincee di resistenza 

Quest´anno c´è chi andrà a Camaldoli a piedi per i mille anni della fondazione e chi a Ravenna celebrerà con canti e parole i giorni in cui una pattuglia di uomini votarono se stessi, oltre che alla preghiera e al lavoro, alla conservazione dei saperi che la fine dell´età classica aveva coperto di oblio. Questo è Camaldoli: libri e legnatico, agricoltura e biblioteche, sapienza amanuense e di gestione forestale. Tutti i monasteri – siano di Francesco, Benedetto, Romualdo o Brunone – sono stati prima di tutto fortezze della memoria e trincee di resistenza all´abbandono dei territori negli anni della grande instabilità.
L´Italia ne è stata segnata più di qualsiasi altro paese d´Europa, e coloro che viaggiano hanno imparato a riconoscerne i segni dalle creste nevose delle Alpi fino alle montagne a picco sul Mediterraneo.
Sacri sentieri, dimenticati dal nostro popolo e talvolta dalle stesso Vaticano, segnano la Penisola, e percorrerli sarebbe il vero, ultimo grande viaggio da fare nella terra dove “il sì suona”. I miei taccuini sono pieni di folgoranti immagini di questi eremi calati armonicamente nel paesaggio, allineati come su una balaustra lungo il margine meridionale delle Alpi o arroccati sulla tormentata linea sismica dell´Appennino, persi nella nebbiosa pianura del Nord o nelle profonde foreste del Centro, sulla muraglia dei lunghi inverni che fino a ieri ha diviso l´Italia per lungo. Tutto questo va raccontato e raffigurato, perché è stupefacente che una terra che è stata meta di infiniti pellegrinaggi soprattutto dall´estero, non abbia nulla di simile a un Camino de Santiago o a un bastione della fede come il Monte Athos.
Non saprei da dove cominciare: se dalla linea degli immensi santuari del Biellese, resti di misteriose adorazioni pre-romane in bilico tra l´immensa muraglia Est del Monte Rosa e il grande nulla delle risaie, oppure dai boschi impenetrabili che Francesco attraversò attorno alla Verna, oppure ancora dall´abbazia di San Benedetto Po, esemplarmente risistemata, per costruire la quale fu letteralmente deviato in corso del più grande fiume italiano. Sono luoghi che chiamano l´uomo contemporaneo, con i loro serbatoi di silenzio. Luoghi che eserciti di laici sarebbero pronti a riabitare e riabilitare, pur di rilanciare antiche sapienze in questo nuovo Medioevo della cultura e della morale.
Incontri straordinari. Padre Ladislao, sceso dalla Polonia a Monte Sant´Angelo in Puglia, capolinea di tante strade della fede e punto di partenza per la Terrasanta. Padre Mario, bibliotecario di San Matteo del Gargano che mi porta tra i suoi venerabili volumi con un mazzo tintinnante di chiavi alla cintura. La statua di San Giuseppe che dorme nei corridoi vuoti del monastero di Fonte Avellana, davanti alle celle di trapassati di nome Parisius, Gaudentius, Walfardus, Raynaldus, Bononius, Thomas, Raynerius, Albertinus, mentre un temporale notturno spreme sipari di pioggia dalle immense pendici del Catria. O il priore dell´eremo di Pietralba – Weissenstein, nel Tirolo del Sud, che apre le bottiglie delle sue grappe alle erbe, con gli stessi gesti di un mago tra gli alambicchi.
Poco sappiamo di ciò che questi fortilizi del pensiero hanno regalato alla cultura europea. Anni fa in Baviera ho incontrato una suora specialista in birre “claustrali”, e questa mi ha svelato l´inimmaginabile, e cioè che la tecnica della fermentazione dell´orzo era arrivata in Germania dal Delta del Nilo attraverso – udite – i monasteri francescani delle Calabrie e soprattutto da quello di Paola, da cui il nome delle migliori birre monachesi, Paulaner e Franziskaner. E che dire della Corte Ospitale, a due passi del Po, dove ieri su curavano gli ammalati sulla via Francigena o oggi si ospitano attori e artisti in cerca di un luogo del silenzio dove sperimentare.
Abbiamo di che cercare nelle pieghe del nostro Paese. E invece, per leggere in modo nuovo quel mondo di devozione, andiamo spesso troppo lontano, in spazi dove il cristianesimo è minoritario. Posti come Decani in Kosovo, dove monaci ortodossi preservano un patrimonio secolare dall´aggressione etnica albanese (musulmana e cattolica), oppure nell´eremo di Sant´Antonio in Egitto, dove poche tonache vivono asserragliate tra Nilo e Mar Rosso. Troppo spesso, per capire il senso di quel mondo, andiamo in terre altrui, in monasteri birmani profumati d´incenso, o in Tibet, tra bandiere di preghiera e fumo di sterco di yak. Ora è giunto il tempo di riscoprire l´Italia.© riproduzione RISERVATA

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password