Frasi razziste su Facebook La Lega silura il capogruppo

«Po inquinato dal corpo di un’indiana». Il partito: dimettiti «Maledetto, inquinare così il nostro sacro fiume… Vorrei vedere io se andassimo a sgozzare mucche e maiali sul Gange». Dopo aver caricato le parole con la polvere da sparo, il capogruppo leghista in consiglio comunale a Udine, Luca Dordolo, ha postato il tutto su Facebook diffondendo così il suo messaggio choc. A inquinare il «sacro fiume», cioè il Po, sarebbe stato il corpo senza vita della ventisettenne indiana Kaur Balwinde, strangolata e gettata nel fiume padano dalle parti di Fiorenzuola per essere ritrovata quindici giorni dopo da un pescatore romeno su un lontano argine. Brividi.
Ne aveva già  combinate, Dordolo, nel corso della sua carriera politica. Provocatore lo è sempre stato, dice chi lo conosce. A Udine ricordano la fiaccolata da lui guidata contro il cimitero islamico di Paderno e ricordano anche le fotografie scattate a una signora araba con il burqa e inviate a tutti i giornali locali nel tentativo di immolarla mediaticamente. Ma questa volta è andato così oltre che neppure il suo presidente regionale del Carroccio, quel Maurizio Franz del quale lui stesso è addetto alla segreteria, ha potuto difenderlo: «Esprimo con fermezza il mio totale dissenso da tali dichiarazioni», ha voluto dichiarare cercando di riportare il tragico fatto di Piacenza sui binari di un «efferato omicidio da parte del consorte di origini indiane». Nessuna attenuante neppure dal parlamentare triestino della Lega Massimiliano Fedriga: «Parole che fanno rabbrividire per la loro crudezza e insensibilità  e che non rappresentano minimamente il comune sentire dei vertici e dei militanti della Lega. Chiedo l’espulsione dal partito di Luca Dordolo». Lo ha chiesto in una lettera inviata al neosegretario del Carroccio, Matteo Piasente, il quale non ha avuto esitazioni: «Dichiarazioni inqualificabili. Dimissioni immediate».
Per non parlare del sindaco di Udine, Furio Honesll, che intende addirittura querelare Dordolo «per l’offesa e il discredito arrecato alla nostra città ». E delle «Donne democratiche», il movimento femminile del Pd del Friuli Venezia Giulia che con Cinzia Del Torre liquida così la vicenda: «Mancanza di rispetto per il genere umano».
Dalla Rete altra grandinata di improperi. «Vergogna». «Sei tu a inquinare il nostro pianeta». «Esibizionista compulsivo pieno di ardori nazionalisti e razzisti». «Vattene». «Impiccati». Centinaia di messaggi, post, tweet. Insomma, giornata nera per Dordolo. Il quale, alla fine, ha deciso di alzare le mani: «Mi rendo conto che la mia provocazione è stata completamente sbagliata nei modi e nei termini. Volevo portare all’attenzione la condizione infima della donna in alcune culture e la mancanza di volontà  di integrarsi di alcuni gruppi di immigrati». Un mea culpa quasi sorprendente: «Ho sbagliato facendo passare per colpevole quella che invece è una povera vittima, dando così un’idea xenofoba e razzista di me e del partito che rappresento». E parla delle sue stesse parole come di un «mio inqualificabile commento» e se ne scusa «profondamente con tutti coloro che si sono sentiti offesi dalle dichiarazioni aberranti». Se la prende con se stesso e con quel dito indice che ha battuto sulla tastiera le due righe di fuoco. Per questa ragione «dopo un sereno confronto con gli amici della Lega Nord di Udine, allo scopo di evitare che colpe riconducibili solo a mie responsabilità  personali ricadano su tutto il movimento e sui suoi militanti, ho deciso di autosospendermi dal partito». Autosospensione? No, al segretario Piasente non basta: «Devi dimetterti».

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