Espulsi gli hacker che hanno colpito il sito di Grillo

Un gruppo di hacker che sbandiera l’assenza di organizzazione come principio ispiratore. Che ha sempre rivendicato con orgoglio il fatto che le decisioni non sono prese a colpi di maggioranza e minoranza. E che ritengono che il nome può essere usato da chiunque abbia a cuore la libertà  di espressione dentro e fuori la Rete.

Un gruppo di hacker che sbandiera l’assenza di organizzazione come principio ispiratore. Che ha sempre rivendicato con orgoglio il fatto che le decisioni non sono prese a colpi di maggioranza e minoranza. E che ritengono che il nome può essere usato da chiunque abbia a cuore la libertà  di espressione dentro e fuori la Rete. «Anonymous» è il suo nome. Una sigla nota per le sue campagne a favore di Julian Assange e per la sua dichiarata vicinanza ai movimenti sociali, da Occupy Wall Street agli indignati spagnoli, alla NoTav. Una settimana fa, però, Anonymous rivendica l’attacco al sito di Beppe Grillo, compiuto per protestare contro il populismo del leader del Movimento Cinque stelle, la formazione politica che gli ultimi sondaggi danno al 21 per cento dei consensi se si andasse a votare.
Ieri, in Rete sono cominciati a circolare indiscrezioni sulla decisione di Anonymous di espellere il gruppo di hacker che ha compiuto l’attacco al sito di Grillo, una contraddizione in termini rispetto a una esperienza di hacking che, appunto, non prevede gerarchie e un’organizzazione formale.
La querelle fa emergere il rapporto tra il «Movimento cinque stelle» e la Rete; e tra Anonymous e le forme politiche accreditate come tali. Nel primo caso, Internet è per il movimento raccolto attorno al comico genovese principio organizzativo, nonché media alternativo rispetto a quelli dominanti. Ma come in Rete, hanno sempre detto i «grillini» non ci sono capi e gerarchie, anche se ultimamente ci sono stati casi clamorisi di tensioni e conflitti tra Beppe Grillo e alcuni gruppi locali, mettendo a nudo una gestione carismatica del movimento.
Per quanto riguarda invece il rapporto tra Anonymous e le forme accreditate come tali, la cacciata – ma finora non ci sono state conferme – degli hacker che hanno compiuto l’azione contro il sito di Beppe Grillo introduce un elemento che finora non era mai emerso: il venir meno della indifferenza se non l’ostilità verso le forze politiche che hanno scelto di entrare nelle istituzioni attraverso elezioni.

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