E siamo solo all’inizio

E così Berlusconi vuole farsi le primarie. È un passo avanti rispetto a quando voleva farsi le infermiere. Anche Bersani vuole farsi le primarie. Primarie aperte di coalizione anche se ancora non si sa quale sarà  la coalizione. Cioè, si parla di primarie di coalizione e si invoca una legge elettorale chissà  quale, che magari non prevede coalizioni, e per questo si dà  una specie di ultimatum ad Alfano per fare insieme una riforma: primo caso al mondo di riforma elettorale concordata con un non-segretario di un non-partito che sta discutendo animatamente se candidare Gerry Scotti o la Santanché.

E così Berlusconi vuole farsi le primarie. È un passo avanti rispetto a quando voleva farsi le infermiere. Anche Bersani vuole farsi le primarie. Primarie aperte di coalizione anche se ancora non si sa quale sarà  la coalizione. Cioè, si parla di primarie di coalizione e si invoca una legge elettorale chissà  quale, che magari non prevede coalizioni, e per questo si dà  una specie di ultimatum ad Alfano per fare insieme una riforma: primo caso al mondo di riforma elettorale concordata con un non-segretario di un non-partito che sta discutendo animatamente se candidare Gerry Scotti o la Santanché.
Comunque vada, si cercherà «una convergenza con i moderati», che vuol dire più o meno che alle primarie del Pd potranno partecipare anche Bakunin, il generale Molotov e sette No-Tav, ma poi dovranno allearsi con Casini, il quale intanto insegue Montezemolo.
La faccenda si presenta come una questione enigmistica per solutori più che abili. Prima si dice «un patto di democratici e progressisti», e contestualmente si dice «un’alleanza coi moderati». Ah. E i vegetariani? Mistero. In ogni caso, primarie aperte significa che potrà correre chi vuole, compreso Matteo Renzi che non aspetta altro da quando aveva dodici anni. Però bisogna anche vedere le regole delle primarie, che al momento non sono chiarissime e che verranno fissate in luglio, il che significa che ci aspettano un paio di mesi di entusiasmante dibattito sullo statuto delle primarie del Pd.
Se, come si dice, potrà partecipare chi vuole, compreso il commissario Rex, la società civile, le liste civiche, il partito di Repubblica, i valdesi, il fantasma di John Belushi e – se Walter ci mette una buona parola – anche Calearo, allora servirà una scheda grande come il Molise. Senza contare lo spoglio dei voti, che terminerà forse dopo le elezioni del 2013.
Il tutto senza avere ben chiaro né un programma, né un piano di alleanze, né una legge elettorale, né una data. Come si vede, idee chiarissime e molto precise, motivo per cui la direzione del Pd ha votato all’unanimità. Ecco. Buona fortuna.

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