L'episodio nell'agosto di tre anni fa. I giudici della Corte d'assise hanno chiesto di riformulare l'imputazione per i due operatori del carcere: non abbandono dii incapace, ma omicidio colposo

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Detenuto 28enne si suicidò a San Vittore “Sotto accusa la psicologa e la psichiatra”

Detenuto 28enne si suicidò a San Vittore "Sotto accusa la psicologa e la psichiatra"

Detenuto 28enne si suicidò a San Vittore "Sotto accusa la psicologa e la psichiatra"

L’episodio nell’agosto di tre anni fa. I giudici della Corte d’assise hanno chiesto di riformulare l’imputazione per i due operatori del carcere: non abbandono dii incapace, ma omicidio colposo

Detenuto 28enne si suicidò a San Vittore "Sotto accusa la psicologa e la psichiatra"

L’episodio nell’agosto di tre anni fa. I giudici della Corte d’assise hanno chiesto di riformulare l’imputazione per i due operatori del carcere: non abbandono dii incapace, ma omicidio colposo

Non si può parlare di un’ipotesi di abbandono di incapace, ma di omicidio colposo in merito alla vicenda del suicidio di Luca C. che il 12 agosto del 2009 si tolse la vita nel carcere milanese di San Vittore. A stabilirlo sono stati i giudici della prima Corte d’assise di Milano, di fronte ai quali il pubblico ministero Silvia Perrucci aveva portato a processo una psichiatra e una psicologa del carcere con l’ipotesi, appunto, di abbandono d’incapace aggravato dalla morte.

Nel corso dell’udienza si doveva decidere il calendario, ma la Corte, presieduta da Guido Piffer, ha dato lettura di una sentenza di ‘incompetenza per materia’. In sostanza i giudici hanno riqualificato  il fatto come omicidio colposo: un’ipotesi che non è di competenza della Corte d’assise, ma di un giudice monocratico. Gli atti tornano quindi al pubblico ministero, che dovrà riformulare l’imputazione.

Luca C. entrò nel carcere di San Vittore il 30 luglio del 2009. Secondo quanto ricostruito dalle indagini, il 28enne, con alcuni atti di autolesionismo alle spalle, non sarebbe stato sottoposto a un’adeguata sorveglianza. Il 12 agosto dello stesso anno, detenuto in una cella a medio rischio, si impiccò. Di qui la contestazione del pm a una psichiatra e una psicologa del carcere: la grave accusa di abbandono di incapace. Un reato volontario che la Corte ha riqualificato a omicidio colposo, con gli atti che tornano al pm. “Auspichiamo che il processo si concluda in tempi rapidissimi. Sono anni che i familiari aspettano giustizia”, ha affermato Andrea Del Corno, legale dei parenti del giovane

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