Anarchici-informali, dieci arresti dei Ros

8 in Italia, 2 già  detenuti all’estero. Per gli inquirenti sono «vicini a chi sparò ad Adinolfi»

8 in Italia, 2 già  detenuti all’estero. Per gli inquirenti sono «vicini a chi sparò ad Adinolfi» ROMA. La loro intenzione sarebbe stata quella di dare una dimensione internazionale alle loro azioni, alzando contemporaneamente il tiro nella scelta degli obiettivi da colpire. Una strategia perseguita sia saldando la componente anarco-insurrezionalista italiana con quella greca, sia puntando a colpire «le istituzioni economiche ritenute emblemi dello sfruttamento e della distruzione dell’ambiente naturale , come Eni e la Finmeccanica», ma anche «le istituzioni universitarie» e «le principali istituzioni bancarie, come Unicredit».

Sarebbe stata questa la strategia perseguita dalle otto persone – tutte ritenute appartenenti alla Federazione anarchica informale (Fai) e al Fronte rivoluzionario internazionale (Fri) arrestate ieri dai carabinieri dei Ros al termine di un’inchiesta condotta dalla procura di Perugia nella quale risultano indagate anche 24 persone e che ha visto decine di perquisizioni in tutta Italia.
Complessivamente le persone destinatarie di un ordine di custodia cautelare sono dieci: oltre agli otto italiani, il provvedimento è stato notificato anche a Marco Camenish, cittadino elvetico detenuto in Lenzsburg, in Svizzera, e allo spagnolo Gabriel Pombo De Silva, in carcere ad Aachen, in Germania. Tra gli indagati, invece, figurano anche sei greci tra i quali Olga Jkonomidou, il cui nome appare nel volantino di rivendicazione dell’attentato in cui, il 5 maggio scorso, è stato ferito il dirigente dell’Ansaldo Nucleare Roberto Adinofi. A tutti gli arrestati vengono contestati i reati di associazione a delinquere con finalità di terrorismo ed eversione e di terrorismo con finalità internazionali.
Tra le persone arrestate ieri c’è anche Stefano Gabriele Fosco, ritenuto dagli inquirenti uno degli ideologi della rete anarchica insurrezionalista. 50 anni originario di Chieti ma residente a Pisa, Fosco è stato arrestato insieme alla ex compagna Elisa Di Bernardo, 36 anni. Le manette sono scattate inoltre ai polsi di Alessandro Settepani, 26 anni, Sergio Maria Stefani, 30 anni, Katia Di Stefano, 29 anni, Giuseppe Lo Turco, 23 anni, Paolo Francesco Iozzi, 31 anni e Giulia Mazziale, 34 anni. Alessandro Settepani e Sergio Maria Stefani sono due nomi già noti agli inquirenti. Nel luglio del 2009 vennero infatti arrestati con l’accusa di aver tentato di sabotare la linea ferroviaria Orte-Ancona.
Anche se al momento non risulta nessun coinvolgimento diretto con il ferimento di Adinolfi, secondo il generale Giampaolo Ganzer, comandante dei Ros, esisterebbe un collegamento quantomeno ideologico con gli autori dell’attentato al manager dell’Ansaldo. «La matrice è la stessa», ha spiegato il generale, aggiungendo che «nel corso delle perquisizioni è stato ritrovato materiale utile per confezionare ordigni».
Accuse più precise sono invece quelle che riguardano una serie di attentati compiuti negli ultimi anni, e inseriti nella campagna terroristica battezzata «Eat the rich».
In particolare quello compiuto ai danni del direttore del Cie di Gradisca il 15 dicembre del 2009, attraverso l’invio di una busta esplosiva. Ma anche l’ordigno esploso all’interno del tunnel di collegamento tra due strutture dell’Università Bocconi, a Milano, la busta esplosiva recapitata il 7 dicembre 2011 all’amministratore delegato della Deutch Bank, Josef Ackermann, l’attentato compiuto il 9 dicembre dello stesso anno al direttore generale di Equitalia Marco Cuccagna e quello contro l’ambasciatore greco a Parigi, compiuto il 12 dicembre del 2011.
Una serie di azioni che, secondo gli inquirenti, segnerebbe anche l’inizio di una fase più violenta del movimento anarco-insurrezionalista, deciso sempre più a intraprendere la strada della lotta armata. Scelta che trasparirebbe anche da «un acceso dibattito ideologico» interno al movimento nel quale, scrive il gip Lidia Brutti nell’ordinanza di custodia cautelare, «viene auspicato – tra l’altro – il superamento della “Fai-Federazione anarchica informale” attraverso il rilancio di percorsi di lotta più incisivi e strategicamente efficaci, al fine di realizzare “uno sbocco insurrezionale” coerente con il progetto anarchico».

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