Alleanze all’orizzonte

FRANCIA/ELEZIONI POLITICHE/ Hollande paga il tweet
Sondaggisti divisi: in parlamento, il Ps potrebbe non avere la maggioranza assoluta

FRANCIA/ELEZIONI POLITICHE/ Hollande paga il tweet
Sondaggisti divisi: in parlamento, il Ps potrebbe non avere la maggioranza assoluta PARIGI.  Salvo una grande sorpresa, Hollande avrà la maggioranza all’Assemblea con il secondo turno delle legislative, che chiude la maratona elettorale francese in sei tappe, iniziata nell’autunno scorso con le primarie socialiste e passata per la presidenziale che il 6 maggio ha dato la vittoria a un socialista, il secondo presidente Ps della Quinta Repubblica dopo Mitterrand, trent’anni fa. L’unica incertezza è di quanto grande sarà questa maggioranza: secondo tre istituti di sondaggio (Ifop, OpinionWay, Sofres) il Ps potrebbe ottenere da solo (con i Radicali di sinistra) la maggioranza assoluta (almeno 289 seggi sui 577 dell’Assemblea). Per altri due istituti (Ipsos, Harris), il Ps dovrà contare sui parlamentari di Europa Ecologia-Verdi e, forse, anche sul Front de Gauche.
La settimana che ha separato il primo dal secondo turno è stata scombussolata dal tweet della compagna di Hollande, Valérie Trierweiler, che ha dato il suo appoggio a Olivier Falorni, lo sfidante di Ségolène Royal (ex compagna di Hollande e madre dei suoi 4 figli) nel ballottaggio sinistra-sinistra della Rochelle, dopo che il presidente, contravvenendo a un impegno preso, aveva ufficialmente sostenuto Royal. L’irruzione del privato sulla scena politica ha dato un serio colpo all’immagine di Hollande, che aveva preteso di voler voltare pagina rispetto alla confusione che aveva regnato ai tempi di Sarkozy (protagonismo di Cécilia, nuovo matrimonio con Carla). Ma questo episodio non dovrebbe avere conseguenze nelle urne, anche se rischia di pesare nel lungo periodo (Hollande gonfia il sospetto di essere una personalità che non sa imporsi, che esita di fronte alle scelte).
La settimana tra i due turni è servita soprattutto ad affossare definitivamente la destra Ump sul fronte dei valori. Il partito di Sarkozy ha voltato definitivamente le spalle alla tradizione del “fronte repubblicano”, in vigore fino a Chirac: fare di tutto (ritirare il candidato che non può vincere, invitare a votare per l’avversario di sinistra) per evitare di far eleggere un deputato del Fronte nazionale. Sulla carta, il Fn potrebbe eleggere fino a 3-4 deputati, grazie al «né né» scelto dalla direzione dell’Ump, che rifiuta di scegliere il “fronte repubblicano” di fronte all’estrema destra. Del resto, tre quarti degli elettori dell’Ump ritengono di avere “valori” vicini al Fronte nazionale. Marine Le Pen potrebbe però non farcela a Hénin-Beaumont, nel Nord-Pas de Calais, dopo aver eliminato il leader del Front de Gauche, Jean-Luc Mélenchon, che era andato a sfidarla direttamente. Nella famiglia Le Pen è ben piazzata per vincere la nipote, Marion Maréchal-Le Pen (anche grazie alla candidata socialista locale, che ha rifiutato di ritirarsi, malgrado le pressioni della segretaria Martine Aubry). Altro insegnamento del primo turno, che sarà confermato al secondo: la bipolarizzazione trionfa, a spese del Front de Gauche (e del Pcf, che avrà al massimo 10 deputati contro i 18 uscenti) e del centro di François Bayrou.

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