LECCE — In carcere era finito per furti e rapine. Ma si dichiarava innocente. Per protesta Pop Virgil Cristria, 38 anni, di Bucarest, cinquanta giorni fa nel carcere di Lecce ha iniziato lo sciopero della fame.
LECCE — In carcere era finito per furti e rapine. Ma si dichiarava innocente. Per protesta Pop Virgil Cristria, 38 anni, di Bucarest, cinquanta giorni fa nel carcere di Lecce ha iniziato lo sciopero della fame. Una decisione che lo ha portato alla morte nell’ospedale Vito Fazzi. La Procura ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di omicidio colposo. L’autopsia sarà eseguita in settimana. Da un primo esame sul corpo del medico legale Ermenegildo Colosimo non sono emersi segni di violenza, solo malnutrizione. Il magistrato inquirente Carmen Ruggiero ha disposto il sequestro delle cartelle cliniche e della documentazione sanitaria del carcere. Pop Virgil era stato trasferito da Benevento lo scorso Natale per scontare la pena definitiva. Alla fine di marzo aveva iniziato a digiunare per attirare l’attenzione delle autorità: ha chiesto la sospensione della pena (non gli è stata concessa) e ripeteva sempre «mi dovete liberare». Le sue condizioni sono peggiorate fino alla morte. «Cercavamo di aiutarlo, ma si sfilava la flebo. Ogni giorno un medico e una psichiatra tentavano di dissuaderlo», raccontano all’ospedale. «Sono tante qui le storie come quella di Pop Virgil: c’è chi vuole essere trasferito, chi si dichiara innocente, come lui — dice il vicedirettore del carcere di Lecce, Giuseppe Renna —. Era solo, abbiamo cercato di aiutarlo con ogni mezzo».
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