“Finmeccanica ed Equitalia tra gli obiettivi per difenderli useremo anche l’esercito”

Il ministro dell’Interno: la rivendicazione è attendibile, nuovi attacchi sono possibili e quindi dobbiamo alzare la guardia. Riteniamo che il consenso sia ristretto a un’area numericamente limitata e che la gran parte degli italiani consideri aberrante ciò che è accaduto Si tratta di nuove leve, di giovani che hanno un rapporto lontano con gli anni ‘70. Bisogna evitare l’errore di leggere quel che succede oggi con gli occhiali di allora

Il ministro dell’Interno: la rivendicazione è attendibile, nuovi attacchi sono possibili e quindi dobbiamo alzare la guardia. Riteniamo che il consenso sia ristretto a un’area numericamente limitata e che la gran parte degli italiani consideri aberrante ciò che è accaduto Si tratta di nuove leve, di giovani che hanno un rapporto lontano con gli anni ‘70. Bisogna evitare l’errore di leggere quel che succede oggi con gli occhiali di allora
TORINO – Una escalation, ma soprattutto l´allargarsi dell´area di consenso, o comunque di non condanna, quel luogo socialmente grigio dove la disperazione economica può saldarsi con l´azione violenta. Ecco, prima ancora della ricostruzione meticolosa della mappa terroristica, questa è la principale preoccupazione di Anna Maria Cancellieri, ministro dell´Interno nella stagione difficile della rinascita della pratica armata, non più partito ma galassia che usa in franchising i simboli dell´attacco alle persone e al sistema che rappresentano.
Ministro Cancellieri, come valuta la rivendicazione dell´attentato di Genova?
«Gli investigatori mi dicono che si tratta di un documento attendibile. Un documento che naturalmente viene ora studiato in tutti i dettagli».
Nel testo si annuncia che, dopo quello di Genova, ci saranno altri sette attentati. La considera una minaccia plausibile?
«Eh, come si fa a dirlo? Io naturalmente mi auguro di no ma il fatto stesso che quel testo sia considerato attendibile ci spinge ad alzare la guardia per evitare una escalation che, purtroppo, è uno degli scenari possibili. È quello che faremo fin dai prossimi giorni».
Che cosa significa in concreto?
«Giovedì è prevista una riunione del Comitato per l´ordine e la sicurezza. In quella sede presenteremo un pacchetto di proposte. In queste ore è stata diramata una circolare che invita ad alzare la soglia di attenzione intorno agli obiettivi sensibili di tutto il territorio nazionale».
Che cosa intendete per obiettivi sensibili? Luoghi, persone?
«Ci sono passaggi specifici della presunta rivendicazione che riguardano aziende, come Finmeccanica. Ci sono stati in questi giorni assalti a sedi di Equitalia. Vorrei ricordare che assaltare Equitalia equivale ad attaccare lo Stato. Ho fatto due esempi, ma è chiaro che non ci limiteremo a quelli».
Nel piano che presenterete giovedì, è previsto anche l´uso dell´esercito per difendere obiettivi a rischio?
«È una delle possibilità che stiamo studiando. Del resto è già stato fatto in passato. Il personale a nostra disposizione è limitato e anche per questo il ricorso all´Esercito è una possibile soluzione».
Esaminando la storia del Fai, sembra che le azioni del gruppo siano concentrate soprattutto a Genova e Bologna. È su questo asse che si stanno con concentrando le indagini?
«A questa domanda non rispondo. Ci sono delle indagini in corso e ci sono degli investigatori che operano. Lasciamoli lavorare senza interferenze».
Qual è, secondo quanto vi risulta, l´area di consenso di cui possono godere gli autori di un attentato come quello di Genova?
«Riteniamo che il consenso sia ristretto a un´area numericamente limitata e che la gran parte degli italiani considerino aberrante quel che è accaduto. Non penso che siano molti coloro che hanno nostalgia di tornare indietro di quarant´anni e rituffare il Paese negli anni di piombo».
Uno degli interrogativi da sciogliere è l´identikit di questi gruppi. Secondo voi si tratta di reduci della stagione di quarant´anni fa o di nuove leve?
«Premetto che per avere una mappa chiara dei gruppi e delle biografie dei loro componenti, dobbiamo attendere la fine delle indagini in corso o comunque della loro prima fase. Ma da quel che possiamo sapere credo che si tratti soprattutto di nuove leve, di giovani che hanno un rapporto molto lontano con quel che accadde negli anni Settanta. Anche per questo bisogna evitare l´errore di leggere quel che succede oggi con gli occhiali di un´epoca che è finita».
Signor ministro, l´Italia sta attraversando un momento molto difficile dal punto di vista sociale ed economico. Questo non è un terreno favorevole per chi impugna le armi? Non temete che domani qualcuno possa passare dalla depressione alla lotta armata?
«Il momento è certamente difficile e qualcuno può forse avere la tentazione di cui lei parla. Ma questo è precisamente il compito della politica e delle forze sociali. Tutti dobbiamo sentirci impegnati ad operare perché quella tentazione non si diffonda, perché non ci siano atteggiamenti di condiscendenza, perché, indipendentemente dalla loro collocazione, le forze politiche prendano senza alcuna ambiguità le distanze dalla violenza e dal terrorismo. Personalmente non credo che le famiglie italiane alle prese con i problemi di una difficile congiuntura economica possano essere allettate da chi propone la lotta armata. Tocca però ai partiti e alle forze sociali mettere tutti in guardia da pericolose scorciatoie».

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password