“Dagli infiltrati fascisti ai corvi il Vaticano terreno fertile per le spie”

Il ministro Riccardi: la Santa Sede è sempre stata una realtà  fragile

Il ministro Riccardi: la Santa Sede è sempre stata una realtà  fragile    CITTÀ DEL VATICANO – «In Vaticano casi di intreccio fra denaro, spionaggio e stampa ci sono stati spesso. Negli anni del fascismo addirittura c´era chi organizzava agenzie spionistiche e informative. Oggi occorre capire le motivazioni di questi “corvi”, se la doppiezza di questi signori sia dovuta a ragioni economiche, oppure a una propria battaglia ecclesiastica, o contro la Chiesa». Non si stupisce Andrea Riccardi per il confronto aspro in atto negli ultimi mesi in Vaticano. Da storico di lungo corso della Chiesa (è appena uscito il suo ultimo libro “Dopo la paura la speranza” pubblicato dalle edizioni San Paolo), fa con Repubblica alcune riflessioni.
Ministro Riccardi, che cosa succede in Vaticano?
«Tutti sono rimasti sorpresi dall´episodio dei “corvi” e la gente è naturalmente colpita dalla fuga di notizie. Ma lo storico sa che sul Vaticano, in più stagioni, nel Novecento, si sono addensate le attenzioni e le pressioni più diverse. Questo perché il Vaticano, di fronte agli sguardi indiscreti, è sempre stato una realtà fragile per la sua natura geografica, nonostante si sia insistito tanto sulla sua potenza. D´altra parte, eppure, è stato e resta una realtà assai interessante per i potenti di questo mondo».
Durante il fascismo ad esempio che cosa accadde?
«L´Ovra, la polizia segreta, spiava costantemente i Palazzi apostolici. E noi oggi abbiamo le carte su quegli informatori, che erano degli ecclesiastici, o laici cattolici. Come ad esempio monsignor Pucci, che girava il mondo vaticano e passava poi le sue informazioni alla polizia fascista. Un altro esempio, e siamo a metà degli anni ‘30, è quello di monsignor Benigni, che aveva lavorato nella II sezione della Segreteria di Stato (quella dei rapporti con l´estero), organizzò una rete tra l´informazione e lo spionaggio».
Facevano il doppio gioco, insomma.
«Lavoravano per la Chiesa e per altri committenti. Montini, quando aveva l´incarico di Sostituto alla Segreteria di Stato venne accusato presso il regime da ecclesiastici di essere antifascista e di organizzare la resistenza tra i cattolici».
E poi, con la guerra?
«Lo scenario fu drammatico. I nazisti avevano molti contatti e infiltrarono il Vaticano. Kappler faceva controllare la Santa Sede da un gran numero di informatori, e così il Servizio militare italiano aveva il controllo tecnico sulla loro comunicazione».
Ma il Vaticano come reagiva?
«Montini e Pio XII sentivano la sofferenza di essere sotto assedio. È una parte segreta del loro dolore. Però le Mura vaticane non proteggevano. Queste figure infedeli di ecclesiastici c´erano allora e ci sono sempre».
E dopo la guerra?
«Ci si era chiesti perché i vescovi clandestini in Unione Sovietica venissero sistematicamente trovati. Si scopri così Edward Prettner Cippico, un archivista di documenti per la Russia, avrebbe favorito la fuga di carte verso i sovietici. Fu poi perdonato da Giovanni XIII, morì nel 1983».
E, appunto, sotto Roncalli?
«Si scoprì che gli attacchi sulla stampa alla sua linea erano riconducibili agli uomini del cosiddetto partito romano».
Con l´arrivo di Wojtyla, poi, il capitolo è molto ampio…
«Diciamo qui che i primi dieci anni di Giovanni Paolo II furono zeppi di infiltrazioni comuniste».
Ma il Vaticano allora è una realtà facile da penetrare?
«Anche per la pressione mediatica e politica, la condizione di questa isola è di essere allo stesso tempo fragile e decisiva per l´unità del mondo cattolico. Il Vaticano è un´istituzione che non ha barriere di protezione».
Ma a che cosa puntano oggi queste fughe di documenti?
«Bisogna chiedersi se siano dovute a ragioni economiche, oppure a una battaglia ecclesiastica, o contro la Chiesa. Il tutto, sempre, per indebolire poi il Papa. Perché subito sul Vaticano scatta lo stereotipo Borgia, cioè il luogo di veleni. Mentre, in realtà, è un luogo di fragilità e grandezza».

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password