Per la ministra Cancellieri: c’è rischio escalation

«Il rischio escalation esiste, è una situazione che richiede molto rigore. Molta attenzione», mette in allarme la ministra dell’interno Anna Maria Cancellieri poco prima di varcare l’ingresso del Salone del Libro di Torino.

«Il rischio escalation esiste, è una situazione che richiede molto rigore. Molta attenzione», mette in allarme la ministra dell’interno Anna Maria Cancellieri poco prima di varcare l’ingresso del Salone del Libro di Torino.
La rivendicazione dell’attentato genovese a Roberto Adinolfi, l’ad di Ansaldo nucleare, con la firma nucleo Olga, Fai (Federazione anarchica informale) e Fri (Fronte rivoluzionario internazionale) è arrivata da un giorno alla redazione del Corriere della sera ed è stata giudicata attendibile dal Viminale – «Abbiamo individuato la matrice e adesso bisogna lavorare» – e dagli inquirenti. Ma la ministra comunque circoscrive il fenomeno – «Non credo ci sia area di consenso intorno a questi atti. E se questo consenso c’è è limitato a un’area molto circoscritta. Non credo che nelle corde popolari ci sia consenso per queste cose» – pur inquadrandolo in una situazione delicata: «Anche perché legata a fenomeni di recessione e di difficoltà economica ma noi pensiamo il paese tenga». Raccoglie l’eco la collega guardasigilli Paola Severino, ma tra le due, si è già percepito altre volte, i rapporti non sono sempre idilliaci. Quindi, dice la ministra della giustizia a Sky Tg24: «So quanto sia seria il ministro Cancellieri e quanto avrà pensato prima di rendere questa dichiarazione e quindi sono preoccupata perché considero questo suo timore estremamente serio». Ma: «Ci vuole molta cautela prima di indicare una matrice anarchica o distruttiva. Credo che la rivendicazione non sia affatto sufficiente per identificare gli autori di questo orrendo attentato».
Il livello di guardia è alto, prefetti e questori hanno ricevuto una circolare dal Dipartimento di pubblica sicurezza sulla necessità di dare ulteriore impulso all’attività info-investigativa e di incrementare l’attività di vigilanza in prossimità degli obiettivi ritenuti «sensibili». Finmeccanica, citata dal volantino della Fai, è sorvegliata speciale.
«Colpiremo altre sette volte», si minaccia nel volantino, per gli inquirenti l’avvertimento non è da sottovalutare. Le indagini si ramificano sul territorio, ma guardano anche alla Grecia, alla Spagna e alla Svizzera, e scandagliano la rete. Ieri su Indymedia Grecia gli investigatori hanno trovato un messaggio datato 9 maggio, due giorni dopo l’attentato ad Adinolfi, con terminologia e concetti simili a quelli della rivendicazione genovese in solidarietà a Olga Ikonomidus, l’esponente della Cospirazione delle Cellule di fuoco greche in carcere a Diavata da cui il nucleo italiano ha preso il nome.
E proprio ieri la procura di Bologna ha chiuso l’indagine sul pacco bomba spedito dalla Grecia a Silvio Berlusconi che costrinse un aereo a un atterraggio di emergenza il 2 novembre 2010. Tra i sette destinatari dell’avviso ci sono quattro anarchici i cui nomi sono citati nella rivendicazione genovese. I sette anarchici greci sono accusati a Bologna, sulle base dell’inchiesta delle autorità greche, di attentato con finalità terroristiche e detenzione di materiale esplodente.

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