Il giudice su Green Hill «Meritevole l’intento di salvare i beagle»

BRESCIA — Su di loro continuano a pendere capi di imputazione pesanti che vanno dal danneggiamento alla rapina. Il movente, però, era nobile. E anche per il giudice il loro gesto risulta «meritevole di apprezzamento». Sono i dodici attivisti (otto donne e quattro uomini) arrestati sabato scorso dopo il blitz al Green Hill, l’allevamento di beagle destinati alla sperimentazione che ha sede a Montichiari in provincia di Brescia.

BRESCIA — Su di loro continuano a pendere capi di imputazione pesanti che vanno dal danneggiamento alla rapina. Il movente, però, era nobile. E anche per il giudice il loro gesto risulta «meritevole di apprezzamento». Sono i dodici attivisti (otto donne e quattro uomini) arrestati sabato scorso dopo il blitz al Green Hill, l’allevamento di beagle destinati alla sperimentazione che ha sede a Montichiari in provincia di Brescia. Durante l’assalto, epilogo di un corteo fino a quel momento pacifico, gli attivisti del movimento antivivisezione sono riusciti a liberare una sessantina di cuccioli (tre sono stati ripresi e restituiti al canile-lager). Sulle motivazioni del gesto si sofferma il gip, Enrico Ceravone, nelle tredici pagine di ordinanza di convalida dell’arresto. Gli animalisti cercavano sì una «utilità», ma essa era la libertà dei cuccioli: «Sussiste il fine di “profitto” — scrive il giudice — certamente integrato anche dalle finalità di percepire dal bene asportato un’utilità diretta, non mediata, anche se non di carattere patrimoniale o economico». Quale il vero scopo degli animalisti che hanno violato il recinto di Green Hill? «Il particolare movente, certamente meritevole di apprezzamento, di evitare la destinazione degli animali alla vivisezione». Ha mosso in maniera corale gli attivisti se è vero, come scrive il gip, che «l’azione della minoranza dei manifestanti che ha fatto ingresso nella struttura è stata con ogni probabilità coordinata, e l’azione di tutti i coindagati ha consapevolmente concorso ad agevolare la sottrazione dei beagle allevati».
E mentre gli inquirenti analizzano filmati e immagini, la difesa valuta il ricorso al Riesame contro l’obbligo di dimora disposto per una delle attiviste, una donna residente a Pelago (Firenze): già depositata l’istanza per chiedere quantomeno il permesso lavorativo.
Fuori dai palazzi di giustizia, nel frattempo, la mobilitazione non si ferma. Anzi. Martedì prossimo, per la giornata mondiale contro Green Hill e la vivisezione, saranno organizzati presidi a Brescia come a New York, in moltissime città: hanno già comunicato la loro adesione il coordinamento Fermare Green Hill, il comitato di Montichiari e Occupy Green Hill. Un’occasione in più per lanciare un messaggio al Parlamento: il 9 maggio la VI Commissione del Senato esaminerà gli emendamenti all’articolo 14 della legge comunitaria per recepire la direttiva europea sulla sperimentazione. E vietare allevamenti come Green Hill.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password