La crisi greca preme e il neo-presidente francese si allena in vista dell’incontro con Angela Merkel. Che resta appesa al voto nel più popoloso dei land tedeschi. Il braccio di ferro europeo è già cominciato a distanza. Parigi ci prova: «Uscire dalla logica dell’austerità ». E Berlino ribadisce: «Basta con la crescita a credito». Eventuali concessioni solo dopo le legislative francesi
La crisi greca preme e il neo-presidente francese si allena in vista dell’incontro con Angela Merkel. Che resta appesa al voto nel più popoloso dei land tedeschi. Il braccio di ferro europeo è già cominciato a distanza. Parigi ci prova: «Uscire dalla logica dell’austerità ». E Berlino ribadisce: «Basta con la crescita a credito». Eventuali concessioni solo dopo le legislative francesi PARIGI. L’Europa del sud, a rischio contagio da parte del caos greco, guarda a Hollande con occhi di speranza. L’Europa dei virtuosi, ridotta ormai al nocciolo duro Germania-Finlandia da quando l’Olanda si è sganciata, vede con sospetto le promesse del neo-presidente francese. La tartaruga François Hollande prende tempo, ieri ci sono state le dimissioni del governo Fillon, il Consiglio costituzionale ha convalidato ufficialmente l’elezione con il 51,6% dei voti, Sarkozy ha già affittato i suoi nuovi uffici di «ex» in rue de Miromesnil, non lontano dall’Eliseo. Hollande ha iniziato la giornata ai giardini del Luxembourg partecipando, senza fare discorsi, alla giornata di commemorazione dell’abolizione della schiavitù.
Ma la crisi greca preme. Ieri, Hollande ha ricevuto nel suo quartier generale della rue de Ségur il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Un colloquio di un’ora, senza nessuna dichiarazione alla stampa. Il giorno precedente aveva accolto Herman van Rompuy, presidente del Consiglio europeo. Con questi incontri preliminari, prima del passaggio dei poteri del 15 maggio, Hollande prepara il terreno per l’incontro con Angela Merkel che avverrà già il giorno dell’investitura, invece del 16 prima previsto. Molto dipenderà dal risultato delle elezioni in Renania del Nord-Westfalia, il Land più popoloso della Germania, dove la Cdu è data perdente. Ma Merkel aspetterà, per eventuali concessioni, il risultato delle legislative francesi del 17 giugno.
Il braccio di ferro, per ora, è a distanza tra Parigi e Berlino, con la crisi greca che fa da acceleratore. Da Berlino, Merkel ha ribadito le posizioni ortodosse: una crescita «a credito», ha detto, «ci riporterebbe all’inizio della crisi». La soluzione, per Merkel, resta ufficialmente solo quella di «combattere le radici della crisi», che è composta di «un debito terrificante» e della «mancanza di competitività di certi stati». Hollande lascia ripetere dai suoi che è necessario «uscire dalla logica dell’austerità», che non si può continuare con l’Europa contro i popoli. In Germania, l’Spd guarda a Parigi. Ieri, Franz Walter Steinmeier, capogruppo socialdemocratico al Bundestag, ha denunciato il «letargo politico» di Merkel e ha ricordato che la Germania ha resistito meglio di altri alla crisi anche perché i governi precedenti avevano adottato una politica che abbinava «austerità e crescita». Michel Rocard, ex primo ministro socialista, mette in guardia Hollande contro un «rischio di clash» con la Germania e propugna la strategia del «compromesso progressivo», che è sempre stata «la regola del gioco europea». Van Rompuy e Juncker hanno sottolineato lo stesso rischio. Per il momento, dall’entourage di Hollande non escono prese di posizione. Ma alcune linee guida sono già visibili per il dopo 15 maggio. Hollande, benché consapevole dell’importanza della relazione franco-tedesca, cerca di uscire dalla morsa di un testa a testa con Merkel.
«François Hollande ha sempre espresso il suo auspicio di vedere le istituzioni europee svolgere in pieno il loro ruolo, non solo l’intergovernativo», ha precisato l’ex direttore di campagna di Hollande, Pierre Moscovici. La Commissione e il parlamento europeo ridiventano interlocutori al pari della Germania, così come gli altri paesi, in particolate quelli del sud in piena tempesta. Hollande ritiene che la nuova febbre greca possa rappresentare una scossa che spingerà ad accettare un piano di crescita. In Francia, l’equilibrio di bilancio contenuto nel Fiscal Pack potrebbe venire approvato solo con una legge ordinaria, mentre l’Europa deve concentrarsi sullo stimolo alla crescita: ricapitalizzazione della Bei, utilizzazione dei fondi strutturali non spesi, projet bonds, Tassa sulle transazioni finanziarie.
La questione centrale sono i tassi di interesse, il punto debole dove la speculazione ha infilato il suo cuneo nella zona euro: le misure di austerità, per quanto feroci, vengono vanificate se i tassi si alzano. Di questo Hollande vorrebbe parlare al vertice informale di Bruxelles del 23 maggio. Sul fronte interno, qualche passo avanti per smuovere l’Europa aiuterebbe la sinistra a vincere le legislative. Jean-Luc Mélenchon potrebbe candidarsi nella circoscrizione del Nord-Pas de Calais dove si presenta Marine Le Pen.
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