I contadini e gli animalisti, la disfida sugli orsi

Wanda racconta e piange. «Ho trovato Cirillo già  morto ma Beppo era vivo e mi chiamava, poveretto. Era ancora in piedi, tremava, una maschera di sangue… L’ho abbracciato un’ultima volta, poi abbiamo dovuto abbatterlo». Gli asinelli Beppo e Cirillo avevano 3 anni e nessuna possibilità  di scampo davanti alla ferocia di un orso affamato. «Ha scavalcato il recinto, capisce? È venuto davanti alla mia porta e io non mi sento più al sicuro» si infiamma Wanda Moser, la padrona di casa. «Vicino ai miei asini giocavano spesso i bimbi di un’amica. Mi chiedo: e se ci fossero stati loro?».

Wanda racconta e piange. «Ho trovato Cirillo già  morto ma Beppo era vivo e mi chiamava, poveretto. Era ancora in piedi, tremava, una maschera di sangue… L’ho abbracciato un’ultima volta, poi abbiamo dovuto abbatterlo». Gli asinelli Beppo e Cirillo avevano 3 anni e nessuna possibilità  di scampo davanti alla ferocia di un orso affamato. «Ha scavalcato il recinto, capisce? È venuto davanti alla mia porta e io non mi sento più al sicuro» si infiamma Wanda Moser, la padrona di casa. «Vicino ai miei asini giocavano spesso i bimbi di un’amica. Mi chiedo: e se ci fossero stati loro?».
Siamo in Trentino, la terra dell’orso. A Strembo, nella Val Rendena dove vive la signora Moser, ma anche a Pinzolo, a Carisolo e nei comuni montani più vicini al territorio battuto dai plantigradi, tira un’aria anti-orso che mai si era respirata prima. Saranno i cinque asini ammazzati in pochi giorni, sarà la paura di trovarselo di fronte nel bel mezzo di una passeggiata o sarà l’episodio di settimana scorsa: l’incontro ravvicinato fra un orso e un uomo che camminava assieme a suo figlio e che racconta di essere stato inseguito e di averlo messo in fuga con una bastonata in fronte. Il termometro della contrarietà si misura con il neonato Comitato anti-orso fondato su due piedi da Wanda Moser: «In tre giorni ho raccolto 300 adesioni di persone disperate che non ne possono più». Oppure con un sondaggio voluto dalla Provincia sul «gradimento» del progetto di ripopolazione. Nel 2003 il 70% degli interpellati vedeva con favore il ritorno degli orsi, adesso i favorevoli sono crollati al 30%.
Il fatto è che il progetto Life Ursus per la reintroduzione dell’orso bruno nel Parco Adamello Brenta funziona. «Troppo» dicono i valligiani. Nel senso che da quando arrivarono i primi dieci esemplari, fra il 1999 e il 2002, l’adattamento della specie è stato eccellente e il risultato, per dirla con le parole del presidente della provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai, «è che oggi abbiamo sul nostro territorio fra i 40 e i 45 orsi adulti più otto cuccioli nati in quest’ultimo anno. E allora a questo punto forse è il caso di valutare con esperti qual è il numero massimo sostenibile per questo progetto che per noi è importantissimo». Che la questione orsi sia all’ordine del giorno lo dice anche la lettera che Dellai ha spedito al ministro dell’ambiente Corrado Clini tre giorni fa. Chiede un incontro per mettere sul tavolo soprattutto una questione: «La possibilità di intervenire nel caso che ci siano orsi che creano allarmi sociali». Perché Life Ursus è un progetto di Provincia, ministero e Unione europea e ogni volta che c’è da prendere una decisione serve l’accordo di tutti.
«È una richiesta giusta» riconosce il consigliere dei Verdi Roberto Bombarda. «Sono da sempre un sostenitore convintissimo di Life Ursus ma è ragionevole prelevare un orso come questo che ha ucciso i cinque asini e portarlo in un luogo isolato senza aspettare Roma o Bruxelles». Romano Masè, responsabile del Dipartimento Territorio, Ambiente e Foreste della Provincia, invoca «buonsenso e giusto equilibrio fra la presenza della specie e quella dell’uomo». Un equilibrio che Caterina Rosa Marino, responsabile regionale della Lega per l’abolizione della caccia, non ritiene affatto compromesso: «Il rapporto orso dice che sono 33 gli esemplari sul nostro territorio e ne possiamo ospitare più del doppio. Era a rischio estinzione e adesso non lo è più. Dovremmo esserne orgogliosi».

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