Grecia, i deputati nazisti entrano in Parlamento al passo dell’oca

Il conto alla rovescia verso il nuovo appuntamento elettorale è, dunque, iniziato. Si vota tra ventinove giorni. «Potremo pagare le pensioni solo fino a giugno», ha dichiarato il nuovo ministro del lavoro del «governo elettorale», Jorgos Zanià s. In questo clima, ieri, si è riunito per la prima volta il Parlamento, formatosi in base ai risultati del voto del 6 maggio.

Il conto alla rovescia verso il nuovo appuntamento elettorale è, dunque, iniziato. Si vota tra ventinove giorni. «Potremo pagare le pensioni solo fino a giugno», ha dichiarato il nuovo ministro del lavoro del «governo elettorale», Jorgos Zanià s. In questo clima, ieri, si è riunito per la prima volta il Parlamento, formatosi in base ai risultati del voto del 6 maggio. Dopo l’elezione formale della nuova presidenza, verrà sciolto, per rispettare i tempi imposti dalla nuova tornata elettorale. Alla fine, i deputati del partito comunista ortodosso, Kke, sono riusciti a farsi assegnare dei seggi «a distanza di sicurezza» da quelli dei neonazisti di Alba Dorata. «Capite anche voi cosa succederebbe se fossimo a stretto
contatto, ci provocherebbero subito», aveva dichiarato la segretario del Kke, Aleka Paparriga. E i 21 deputati di questa formazione neonazista, guidata da Nikos Michaloliàkos, dopo le allucinanti dichiarazioni dei giorni scorsi, sul «falso storico delle camere a gas», sono entrati in parlamento al passo dell’ oca. Tutti, o quasi, li hanno ignorati.
La campagna elettorale è già partita. Il centrodestra di Nuova Democrazia chiama a raccolta esponenti che nel passato avevano lasciato il partito, come l’ex ministro degli esteri Dora Bakojanni e l’economista Stefanos Manos, cercando di ricompattare lo schieramento conservatore. «O noi o la sinistra, o l’euro o la dracma», è lo slogan del suo leader, Antònis Samaràs. E la sinistra in questione, gli eurocomunisti di Alexis Tsipras, rispondono: “Con l’austerità ci
stanno trascinando all’inferno. Se noi usciamo dall’euro, la prossima sarà l’Italia». I socialisti del Pasok hanno annunciato che «si batteranno contro tutte le destre ed anche contro la demagogia della sinistra». Evanghelos Venizelos, presidente del Pasok ha detto che vuole al governo «un centrosinistra responsabile». È chiaro che i toni, sino alla vigilia delle nuove elezioni, saranno molto accesi, quasi senza esclusione di colpi. Scontro di sondaggi, intanto: quello dell’emittente Alpha dà il 23,1% al centrodestra, il 21% a Syriza e il 13,2% al Pasok. Mentre secondo il giornale To Pondìki, Syriza è ancora primo, al 22%, la destra si ferma al 19,5% e il Pasok è al 14%. Si riparte, quindi, pur nella stanchezza generale. Ma almeno, delle tanto citate file alle agli sportelli delle banche greche, ieri non c’era traccia.

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password