Firma anarchica per Adinolfi “L’abbiamo azzoppato noi colpiremo altre sette volte”

  Minacce a Finmeccanica. Il manager a casa: “Incubo alle spalle”  

  Minacce a Finmeccanica. Il manager a casa: “Incubo alle spalle”    

GENOVA – Un vecchio investigatore avrebbe svuotato i sacchi postali della città il giorno stesso dell´attentato, come si faceva quarant´anni fa con le Bierre. Ma non ci sono più gli investigatori, e nemmeno i brigatisti di una volta. Così la lettera di rivendicazione, imbucata alla stazione di Brignole – forse dagli stessi attentatori – un´ora dopo la gambizzazione di Roberto Adinolfi, timbrata prima delle 12 di lunedì nel centro meccanografico di via Canevari, ci ha messo cinque lunghissimi giorni prima di arrivare alla redazione milanese del Corriere della Sera. Quattro pagine firmate dal “Nucleo Olga” del Fai/Fri, acronimo che sta per Federazione anarchica informale Fronte rivoluzionario internazionale.
Il documento viene giudicato «attendibile» dagli inquirenti, che finalmente hanno le idee chiare sul nemico da affrontare. Un nemico che per la prima volta ha messo da parte le bombe e impugnato una pistola. Che ha minacciato di colpire altre sette volte. «Non possiamo escludere nuove azioni», ammette il procuratore Michele Di Lecce. Sul tavolo del magistrato c´è una informativa del Ros di alcune settimane fa: i militari stigmatizzavano il «serio pericolo» rappresentato dal Fai, in particolare nel triangolo Genova-Torino-Milano. «Una struttura elastica e frammentata, non un gruppo con persone facilmente identificabili», spiega il magistrato. Non sarà facile venirne a capo, sottintende.
Nella rivendicazione – intitolata “Il marchio della vita – Cercando una via immaginifica alla distruzione dell´esistente” – gli anarchici prima raccontano il perché di quel colpo di rivoltella: «Abbiamo azzoppato uno dei tanti stregoni dell´atomo dall´anima candida e dalla coscienza pulita». Citano le cariche di Adinolfi, e i lavori da lui portati a termine: «Prima che il nucleare ricadesse in disgrazia è stato tra i maggiori responsabili insieme a Scajola del rientro del nucleare in Italia». L´obiettivo è esemplare, nella loro logica: «Uno scienziato incolore, un tecnico, parola tristemente di moda in questi tempi, che dietro una fittizia neutralità nasconde la longa manus del capitale». Ansaldo Nucleare, dunque Finmeccanica, «mostruosa piovra artificiale». E tutte le aziende collegate: Ansaldo Energia «con le sue bombe nucleari» e Breda, Selex, Dirstechnical, Elsac Datamat, Avio Alenia, Galileo. Sono questi, insieme al poligono interforze del Salto di Quirra in Sardegna, gli obiettivi da colpire.
Gli investigatori confermano che nelle ultime ore sono finiti sotto scorta e protezione altri manager italiani. Perché il Fai/Fri non ha alcuna intenzione di fermarsi. Nel documento prima cita i «mille e mille nuclei sparsi per il mondo», poi elenca otto greci attualmente detenuti nel paese d´origine. «Abbiamo preso il nome di una nostra sorella, Olga Ikonomidou. Nelle prossime azioni, in nome degli altri fratelli greci, un´azione per ognuno di loro».
Mentre a Milano veniva aperta la lettera dei suoi attentatori, Roberto Adinolfi lasciava su di una sedia a rotelle l´ospedale di San Martino. È tornato a casa, in via Montello: «I momenti brutti sono finiti. Sto bene, ringrazio tutti. Il peggio è passato», è riuscito a dire, stanco e visibilmente commosso. Sempre alla stessa ora Giuseppe Orsi, ad di Finmeccanica, parlava a duemila dirigenti del gruppo nel corso di una convention nel capoluogo lombardo. «Siamo tutti vicini ad Adinolfi. Non basta qualche estremista per farci cambiare modo di lavorare. Noi continueremo così, nonostante le minacce. Finmeccanica è una grande risorsa per il Paese e continueremo ad esserlo, nonostante le minacce».
Anche il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, ha commentato il ferimento del manager e la rivendicazione: «Non sono più i tempi delle Bierre, perché allora era forte l´ideologia. Ma c´è un brodo di coltura violento e la società intera deve reagire. Non serve solo l´impegno delle forze dell´ordine e del governo. Queste presenze inquietanti devono sentirsi ed essere totalmente emarginate, isolate». E proprio in risposta all´attentato, lunedì i lavoratori di tutte le aziende liguri del gruppo Finmeccanica sciopereranno per due ore.

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