Compagna di una vita, ma non può difenderlo

Insulti fascisti

Costituzione e diritti sono uniti inscindibilmente dalla comune radice della Resistenza antifascista. Tutta la storia del progresso dell’Italia repubblicana ha sempre fatto riferimento alla lotta partigiana per rivendicare l’attuazione di quel dettato costituzionale “congelato” durante i duri anni 50 della guerra fredda e poi fiorito con lo statuto dei lavoratori, la nascita delle regioni, i primi referendum per i diritti civili su divorzio e aborto.

Insulti fascisti

Costituzione e diritti sono uniti inscindibilmente dalla comune radice della Resistenza antifascista. Tutta la storia del progresso dell’Italia repubblicana ha sempre fatto riferimento alla lotta partigiana per rivendicare l’attuazione di quel dettato costituzionale “congelato” durante i duri anni 50 della guerra fredda e poi fiorito con lo statuto dei lavoratori, la nascita delle regioni, i primi referendum per i diritti civili su divorzio e aborto. L’eredità della Resistenza insomma ha sempre accompagnato spinte di civiltà e chissà che anche stavolta il caso di una delle più note e prestigiose figure dell’antifascismo italiano non serva a riaprire un dibattito pubblico su un principio di diritto assente dal nostro ordinamento.
Rosario Bentivegna, partigiano dei Gap romani, delle Brigate Garibaldi in Jugoslavia e medaglia d’argento al valor militare è scomparso il 2 aprile scorso.Il giorno seguente alcuni noti esponenti della destra nostalgica ne insultarono la memoria ripetendo i soliti falsi storici su via Rasella più volte smentiti da studiosi, dirigenti della resistenza e tribunali della Repubblica che condannarono nel tempo diversi campioni dell’anti-antifascismo nostrano.
Patrizia Toraldo di Francia è stata la compagna degli ultimi quarant’anni di vita di Bentivegna condividendone le battaglie pubbliche di verità ed affiancandolo nelle lunghe e faticose vicende giudiziarie che videro il partigiano “Paolo” ribattere colpo su colpo ogni attacco infamante contro la sua persona e contro la Resistenza.
Ora che Rosario non c’è più vorrebbe essere lei a difenderne la memoria nell’agorà pubblica e nei tribunali quando gli insulti fascisti lo meritano.
Ma ciò non sarà. Infatti, come confermato dai molti legali interpellati in questi mesi, non essendo ufficialmente sposati Patrizia non potrà nemmeno sporgere querela contro chi insulta la memoria del suo compagno. «Il nostro amore è così forte che può sopravvivere anche al matrimonio» ripeteva con il consueto gusto per l’ironia Rosario a proposito del suo legame sentimentale, evidenziando con sarcasmo il limite che separa i vuoti del diritto dalla vita reale.In questo modo calunniatori, fascisti e “attendisti” vari, come li chiamava Sasà, insomma tutti quelli che mai sopportarono il coraggio dei vent’anni partigiani potranno passarla liscia, dando libero ed impunito sfogo a tutte le loro oscenità anti-partigiane.
L’ennesimo attacco contro la radice storica della nostra democrazia finisce perciò per evidenziare non solo le amnesie della nostra società contemporanea, incapace di riconoscere le sue origini migliori, ma anche i vuoti del diritto che impediscono alla compagna di continuare la battaglia di verità e memoria tenacemente combattuta da Bentivegna per tutta la vita.
La vicenda di Rosario e Patrizia è esemplificativa e si colloca sul confine tra storia, difesa della memoria e diritti delle persone, riproponendo un tema di civiltà. «Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi» ricordava Brecht, e nessuno più di Rosario respingeva con fastidio quella parola associata al suo nome. Aveva ragione. Anche per questo il 4 giugno Roma lo ricorderà come uno dei suoi figli migliori.
*storico, Fondazione Lelio Basso

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L’iniziativa. Una giornata di studi a Roma

Un’intera giornata di studi dedicata a Rosario Bentivegna si svolgerà a Roma, il prossimo lunedì 4 giugno, alla Casa della Memoria e della Storia (in via San Francesco di Sales), organizzata dall’Associazione nazionale dei partigiani d’Italia.
In mattinata i giovani delle scuole avranno la possibilità di conoscere la figura del partigiano e gappista ‘Paolo’, anche grazie alla proiezione di una video-intervista realizzata durante la stesura della sua autobiografia «Senza fare di necessità virtù. Memorie di un antifascista» (Einaudi 2011), scritto con la giovane storica Michela Ponzani.
Nel pomeriggio si terrà invece un convegno sul tema «Sasà, partigiano della pace», con Sandro Portelli, Davide Conti e la stessa Ponzani. Parteciperà anche Nicola Zingaretti, presidente della provincia di Roma, che lo scorso 5 aprile ha ospitato i funerali di Bentivegna. Nel corso di quest’incontro verrà ricordato anche il suo lavoro, meno noto, di medico, rievocato da Vittorio Sartogo.

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