Tav, via agli espropri tra proteste e blocchi stradali

Assalto alla recinzione del cantiere. Una militante si incatena alle reti 

Assalto alla recinzione del cantiere. Una militante si incatena alle reti 

CHIOMONTE – Il giorno degli espropri in Val Susa finisce con tre metri di recinzione tagliata (ma subito rattoppata) e con la signora Marisa Meyer, classe 1945, un tempo commerciante di alimentari e ora proprietaria del terreno su cui sorge la baita Clarea, ammanettata per tre ore alla rete del cantiere LTF. Il momento tanto atteso e temuto quindi si esaurisce così: con qualche centinaio di manifestanti che, una veglia con le fiaccole sotto la neve, restano aldilà della rete ad accompagnare con urla e slogan le operazioni di quelli che per loro sono «espropri» mentre per LTF sono «occupazioni temporanea». I proprietari dei piccoli appezzamenti da requisire sono 67, tutti sono stati convocati ma ieri mattina se ne presentano 35, accompagnati da legali e geometri. Le operazioni iniziano di buon´ora. Si tratta di registrare tutto ciò che c´è su quei terreni (alberi compresi) e poi di far firmare una dichiarazione di presa d´atto ai proprietari.
Si presenta anche Alberto Perino, leader No Tav, che entra per la prima volta nel cantiere della discordia grazie alla delega di Luca Abbà, l´anarchico precipitato dal traliccio il 27 febbraio scorso e tuttora ricoverato in ospedale che possiede qualche metro di terra. «Oggi è un giorno di lotta» dice Perino, palesemente felice di aver potuto oltrepassare le recinzioni tanto odiate. Di fronte alle reti che circondata la baita Clarea, la ridotta No-Tav ormai inglobata nel cantiere («Abusivamente tanto che abbiamo esposti e ricorsi al Tar» spiegano gli attivisti contro l´Alta Velocità) si raccoglie una piccola folla. Non più di centocinquanta persone che inveiscono contro polizia e carabinieri. Tra loro c´è anche Rubina Affronte, nota per aver bruciato il giaccone di Bonanni, segretario Cisl, con un petardo nel settembre 2010. Tre No Tav riescono a tagliare qualche metro di recinzione in un angolo nascosto e a mettere piede nel cantiere. Vengono bloccati e denunciati. Nel frattempo altre cento persone bloccano l´autostrada e la statale 24.
La signora Meyer che è l´ultima proprietari convocati sorprende tutti incatenandosi alla rete con le manette comprate la sera prima. Ci resterà per tre ore, seduta su una sedia datagli dalla polizia e ripetendo: «È tutto illegittimo». I tanto temuti scontri però non ci sono, la protesta è pacifica. I No Tav si mobilitano anche a Genova (contro la Rai e la sede del Pd) a Palermo dove la polizia carica per evitare l´occupazione della stazione, a Brescia, a Firenze ed ad Arcore.

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