Praga, a sinistra c’è una scintilla

«SROP VLADE» – Per la prima volta studenti, precari e sindacati dei lavoratori si sono riuniti in una «piattaforma comune» che protesta da una settimana contro le scelte neoliberiste del governo DAL BASSO Non era mai accaduto: lavoratori e universitari insieme

«SROP VLADE» – Per la prima volta studenti, precari e sindacati dei lavoratori si sono riuniti in una «piattaforma comune» che protesta da una settimana contro le scelte neoliberiste del governo DAL BASSO Non era mai accaduto: lavoratori e universitari insieme PRAGA . Oggi il movimento («Basta governo») arriva nella capitale ceca contro le privatizzazioni del premier Necas. Crolla sotto il 30% la fiducia nelle istituzioni democratiche e sotto il 15% quella nei partiti Oggi, sabato 21 aprile, nelle piazze di Praga e delle altre città ceche si ritroveranno decine di migliaia di persone, per protestare contro il governo di centrodestra del premier Necas. Un governo ormai in discredito per i continui scandali di corruzione e per i pesanti tagli alla spesa pubblica, e non sicuro di avere la maggioranza alla Camera dei deputati a causa di una profonda spaccatura in uno dei partiti di maggioranza, il Veci Verejne. Il governo Necas, pur essendo sull’orlo del baratro, però non demorde e continua nella sua opera di privatizzazione dei servizi sociali, della sanità e del sistema pensionistico. Grazie ai successi delle mobilitazioni studentesche dei mesi scorsi rimangono invece parzialmente fuori dall’occhio del ciclone le università.

Basta al governo!
I successi degli studenti hanno rinvigorito il movimento di protesta, aprendo nuove possibilità di alleanze sociali. Molti attori sociali tradizionali, come i sindacati, hanno visto, che i movimenti sono capaci di mobilitare migliaia di persone in tutto il Paese e incidere concretamente sulla politica del governo. Ciò ha reso possibile una maggiore integrazione delle varie forze di opposizione sociale. Così, per la prima volta nella storia del Paese, i movimenti, i sindacati e le associazioni degli invalidi e dei pensionati si sono riuniti in una piattaforma comune e unitaria. È la «Stop Vlade» (Basta al governo), che ha promosso una settimana di protesta che avrà l’apice nella grande manifestazione di oggi. Si può quindi dire fallito il tentativo del governo di usare il divide et impera nei confronti dei vari strati sociali. Il Stop Vlade è un importante salto qualitativo per l’opposizione sociale ceca, che per la prima volta ha a disposizione una piattaforma, capace di promuovere una protesta veramente di massa. «Il nostro unico obiettivo è fermare le riforme antipopolari e cacciare questo governo», ha dichiarato Jan Zavadil, segretario della Cmkos, la più grande confederazione sindacale ceca. La piattaforma si caratterizza come un movimento di protesta, che non ha, almeno per ora, l’ambizione di diventare un soggetto politico. Dall’altra parte ai partecipanti è chiaro, che bisognerà sorvegliare anche i governi, che verranno dopo quello di Necas, indipendentemente dal loro coloro politico. Le èlites economico-finanziarie locali vanno da tempo ripetendo, che un’ eventuale avvento di un governo di sinistra nulla cambierà nella politica economica del Paese, rispolverando così il TINA di thatcheriana memoria.

Tentativi di rivoluzione passiva
Al discredito dell’attuale governo non reagiscono solo i movimenti di protesta popolari. Anche tra la borghesia ceca c’è la consapevolezza dell’instabilità della situazione sociale e del pericolo di forti manifestazioni di protesta. Una parte sostanziosa della borghesia si sta già attrezzando per il dopo Necas, facendo tentativi di rivoluzione dall’alto. Sono infatti sempre di più gli imprenditori che si espongono sui media per manifestare il loro scontento con la classe politica in toto. La loro bandiera è la lotta alla corruzione, le loro soluzioni consistono nel consegnare la guida dello stato ai ricchi, che «non hanno bisogno di fare ruberie» e nel condurre l’amministrazione della cosa pubblica secondo i canoni delle aziende private. «L’obiettivo dei miliardari, che scendono in politica, deve essere vincere le elezioni e condurre lo stato come un azienda famigliare” ha dichiarato recentemente Radim Jancura, uno dei ricchi scesi in campo.
Non è però detto, che alla fine i tentativi vadano a buon fine. Una parte importante della borghesia non condivide affatto il tentativo di scendere in politica, e preferisce rimane nell’ombra, esercitando un’ influenza indiretta sulla classe politica. Inoltre negli ultimi quindici anni sono emersi periodicamente prima delle elezioni parlamentari dei partiti nuovi e di splendidi propositi, che però hanno fatto tutti una fine ingloriosa. Infine i partiti di sinistra si sono rifatti negli otto anni di opposizione una verginità. I social-democratici hanno saputo ricambiare almeno parzialmente la propria classe dirigente e si sono dotati di un programma almeno nominalmente di sinistra, mentre i comunisti della Kscm continuano a intercettare una parte del malcontento popolare, spesso nostalgico dei bei tempi andati prima del crollo del Muro e caratterizzato da forti venature nazionalistiche.

Il Re è nudo
Tutto l’universo partitico ceco ha però dei piedi d’argilla. A Praga e nel resto del Paese si respira un’aria paradossale. Come segnalano le indagini sociologiche, da tempo la fiducia nelle istituzioni democratiche è crollata sotto il 30% e quella dei partiti non supera il 15%. C’è quindi l’atmosfera di un sistema, che va avanti per inerzia e perchè non ci sia qualcuno, che abbia la capacità di scalzarlo. Da una parte i movimenti di protesta non sono riusciti a trovare ancora un’incisività politica sufficiente, e dall’altro le èlites sono divise, tra chi vorrebbe cambiare tutto per non cambiare nulla e chi preferisce mantenere l’attuale classe politica. «La situazione è incandescente, ma non è chiaro quale scintilla possa farla defragrare», conferma Vladimira Dvorakova, una delle politologhe più note del Paese. Ma visti i recenti progressi dell’opposizione sociale, non è troppo ambizioso augurarsi, che la miccia sia accesa a sinistra.

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