CALABRIA. «Porteremo la Valsusa in ogni città », hanno scandito a più riprese. E così è stato. A mille km di distanza da Chiomonte hanno bloccato lo snodo ferroviario di Paola, cruciale in quella direttrice sud-nord che Mauro Moretti, ad di Trenitalia, ha già smantellato nelle ore notturne.
CALABRIA. «Porteremo la Valsusa in ogni città », hanno scandito a più riprese. E così è stato. A mille km di distanza da Chiomonte hanno bloccato lo snodo ferroviario di Paola, cruciale in quella direttrice sud-nord che Mauro Moretti, ad di Trenitalia, ha già smantellato nelle ore notturne. Gli attivisti della Rete Difesa del Territorio «Franco Nisticò», armati di striscioni, hanno impedito a tre intercity di proseguire nella loro corsa. E, particolare non di poco conto, hanno ricevuto solidarietà dai viaggiatori che hanno applaudito i manifestanti intenti a spiegare, megafono in mano, le ragioni della loro azione. «Con la retorica dell’austerity hanno chiuso ospedali, riformato le pensioni, privatizzato le università e precarizzato il mondo del lavoro ma trovano i soldi per costruire ex novo una tratta che ad oggi è ampiamente sottoutilizzata. E adesso, non paghi, vogliono usare l’esercito contro gli abitanti della valle per garantire speculatori, ndrangheta e affaristi che sono gli unici che guadagneranno con il Tav». In effetti, la Calabria è solo geograficamente lontana dalle valli piemontesi. Perché i tentacoli della ‘ndrangheta si allungano paurosamente sulla Grande opera valsusina. Basti pensare a Bardonecchia, primo comune del nord ad essere sciolto per infiltrazioni ndranghetiste, oppure spulciare gli atti dell’inchiesta Minotauro. «E invece – sostengono gli attivisti calabresi – i soldi per mettere in sicurezza la quasi totalità dei comuni calabresi a rischio dissesto-idrogeologico, per rifare le rete idrica regionale che arriva fino al 60% di perdita e che è fatta in gran parte da cemento e amianto, per bonificare la valle del fiume Oliva e una città avvelenata come Crotone? Questi non si trovano mai!»
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