Una diga contro le lobby

Marsiglia. Al via ieri sera il Forum alternativo per l’acqua pubblica che si contrappone a quello ufficiale delle multinazionali
Un flash mob colorato e musicale a forma di fiume “vivente” nel centro della città  francese. La protesta degli attivisti contro le grandi dighe che distruggono l’ecosistema e le economie locali La vicesindaca di Parigi parla della ripubblicizzazione nella capitale francese. Un modello

Marsiglia. Al via ieri sera il Forum alternativo per l’acqua pubblica che si contrappone a quello ufficiale delle multinazionali
Un flash mob colorato e musicale a forma di fiume “vivente” nel centro della città  francese. La protesta degli attivisti contro le grandi dighe che distruggono l’ecosistema e le economie locali La vicesindaca di Parigi parla della ripubblicizzazione nella capitale francese. Un modello MARSIGLIA.  A Marsiglia il Forum Alternativo dell’acqua si è aperto in concomitanza con la giornata mondiale contro le dighe. Da quindici anni, gli attivisti che si battono contro i mega-progetti idroelettrici celebrano il 14 marzo organizzando azioni e iniziative di sensibilizzazione. Ieri si sono dati appuntamento sulla celebre scalinata liberty della stazione di Saint Charles con al seguito una diga gonfiabile, un lungo drappo blu, costumi e musica samba, ricreando un fiume “vivente” nel centro della città.
Un flash mob musicale e colorato, che ha visto la partecipazione di persone provenienti da 25 paesi, fra le quali rappresentanti di diverse comunità indigene e contadine minacciate dalla costruzione di decine di nuovi progetti. Un’iniziativa importante visto che a pochi chilometri, al forum ufficiale, l’associazione che riunisce le principali multinazionali del settore sta intraprendendo un’aggressiva azione di lobby per convincere governi e istituzioni a licenziare ufficialmente l’Hydropower Sustainability Assessment Protocol, un insieme di linee guida volontarie tese a rimpiazzare le raccomandazioni della Commissione Mondiale sulle Dighe, che ha prodotto un quadro metodologico per lo sviluppo di progetti idroelettrici sostenibili. Raccomandazioni che a distanza di dodici anni dalla loro stesura restano ancora oggi lettera morta e si apprestano a essere rimpiazzate da un documento prodotto dalle stesse multinazionali. Un passaggio chiave in un momento in cui i meccanismi del Protocollo Kyoto contro il cambiamento climatico stanno producendo un’impennata senza precedenti nella costruzione di nuovi impianti. Tali meccanismi, partendo dal presupposto che le emissioni devono essere ridotte a livello globale, consentono alle imprese del Nord del mondo di raddoppiare il guadagno, continuando ad emettere gas serra in cambio della costruzione di nuovi impianti nei paesi del sud. Uno strumento perverso e non solo inefficace, ma che produrrà ulteriore devastazione ambientale, violazione dei diritti e distruzione delle economie locali.
La giornata di ieri è stata contraddistinta anche dalla sessione di apertura ufficiale del forum alternativo, dedicata a tracciare il percorso intrapreso negli ultimi anni dalle lotte per il diritto all’acqua e soprattutto condividere i successi ottenuti. A cominciare dalla ripublicizzazione dell’acquedotto di Parigi, un passaggio storico quanto simbolico, perché realizzato proprio nel cuore di quella Francia sede dei colossi privati di gestione dei servizi pubblici locali. A parlarne è stata Anne Le Straat, vicesindaco e attuale presidente de Eux de Paris (Acqua di Parigi), la quale dal gennaio 2010 è un azienda speciale pubblica che oltre a garantire gratuitamente a tutti i cittadini il quantitativo minimo vitale di acqua (stimato in 50 litri al giorno) e un meccanismo partecipativo di gestione, ha chiuso il primo anno di attività con un calo delle tariffe pari all’8 per cento.
Naturalmente fra i successi dei movimenti un posto di riguardo è stato assegnato alla vittoria del referendum italiano. L’intervento del forum dei movimenti per l’acqua, che in continuità con l’approccio orizzontale e senza figure di vertice è stato elaborato collettivamente e letto a più voci, oltre ha raccontare l’esperienza referendaria ha condiviso con la platea la mancata applicazione dell’esito del voto e la nuova campagna provocatoriamente definita di Obbedienza Civile (www.obbedienzacivile.it), finalizzata ad autoridurre la bolletta della cifra equivalente alla remunerazione del capitale garantito automaticamente all’impresa. Remunerazione abolita dal secondo quesito dei referendum del 12 e 13 giugno scorsi e che corrisponde in bolletta a una percentuale variabile tra il 20 e 30 per cento. Agli italiani è stato affidato anche il compito di menzionare il successo della consultazione popolare recentemente autorganizzata a Madrid, che ha visto la partecipazione di 180 mila cittadini, i quali quasi all’unanimità hanno detto no alla privatizzazione. Il forum è appena cominciato, ma già da questa prima giornata si ha la consapevolezza che le lotte per il diritto all’acqua stanno crescendo e si stanno radicando. L’auspicio è che i prossimi giorni siano ancora più utili a rafforzare il lavoro comune.
* Campagna per la riforma della Banca mondiale

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