“La gravidanza è un gesto politico per le giovani ribelli di oggi”

 Arriva in sala “17 ragazze” delle sorelle Coulin    È la storia vera di alcune liceali che decidono di rimanere incinte nello stesso tempo. Il film è stato vietato ai minori di 14 anni per una scena in cui fumano spinelli 

 Arriva in sala “17 ragazze” delle sorelle Coulin    È la storia vera di alcune liceali che decidono di rimanere incinte nello stesso tempo. Il film è stato vietato ai minori di 14 anni per una scena in cui fumano spinelli 

ROMA. Il corpo è mio e lo gestisco io. Lo spirito è lo stesso del glorioso femminismo degli anni Settanta, ma il contesto è tutt´altro e sono diverse le motivazioni delle 17 ragazze, il film delle sorelle Muriel e Delphine Coulin. Una di loro, Camille, la più ribelle, rimane incinta e le sue compagne di liceo decidono di imitarla, per partorire nello stesso periodo. La storia è ispirata ad un fatto di cronaca. «Nel 2008 abbiamo letto sulla stampa francese la notizia che nel liceo di una piccola città del Massachussets 17 ragazze dello stesso liceo erano rimaste incinte nello stesso periodo, per loro scelta, volevano inventarsi una vita diversa, una sorta di comune basata sulla solidarietà e sul sostegno reciproco. Una storia incredibile, il loro gesto ci piaceva molto. Ci è sembrato un gesto politico, comunque utopistico e ci siamo imbarcate in questa storia».
Prime sorelle registe del cinema francese – guarda caso il produttore è lo stesso dei fratelli Dardenne – le Coulin hanno ambientato 17 ragazze a Lorient, una cittadina francese sulla costa atlantica. «Ha le stesse caratteristiche della provincia remota americana, è un porto commerciale in declino per la crisi economica, per i giovani non ci sono grandi speranze per il futuro. C´è anche questo alla base della scelta di Camille, la prima a restare incinta, decide di tenere il bambino trascinando le compagne. Ma c´è anche la ribellione e la voglia di cambiare il mondo, gli stessi sentimenti dei movimenti femminili degli anni Settanta».
Secondo le autrici, c´è una continuità tra le generazioni sia pure con tante differenze. «Oggi la società è molto più disincantata, le utopie che erano parte del femminismo sono crollate quasi tutte, il mondo è cambiato ma non nel senso che sognavano le ragazze degli anni Settanta. Grazie a loro però per le ragazze di oggi la gestione del corpo e la libera scelta della maternità non sono più problemi, sono cose acquisite. Diversi sono i tempi, allora le donne tendevano a rinviare la maternità, volevano prima vivere la “loro” vita».
Il gesto “politico” delle 17 ragazze non ha niente a che vedere con la politica reale. «La coscienza politica di quegli anni, il sentimento di appartenenza ad un ideale non c´è più, non solo per le ragazze del film, ma per la maggioranza delle giovani generazioni. Sono interessanti le nuove realtà degli indignati nei diversi paesi, ma è una ribellione diversa, che non ha radici in nessuno dei vecchi movimenti», dicono le registe.
17 ragazze uscirà in Italia venerdì prossimo con Teodora e sul film è calato il divieto ai minori di 14 anni per una scena in cui i ragazzi fumano uno spinello. «Uno dei temi del film è la sessualità, come un elemento naturale della vita, non ci sono voyeurismi né compiacimenti», dicono le registe. Scrivendo il film «ci siamo poste il problema dell´Aids, abbiamo sentito la responsabilità di un film destinato ai giovani, lo abbiamo risolto in un dialogo sulla necessità del preservativo. Per noi era importante mostrare ragazze forti, intelligenti, capaci di prendere in mano il proprio destino, mai vittime».

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