PIANOSA E ASINARA No corale a Severino

La proposta della Guardasigilli di riaprire i penitenziari sulle isole protette solleva un coro d’opposizione Anni per trasformare due perle dei nostri mari in territori protetti, dedicati al turismo possibilmente sostenibile ed ecocompatibile, e ora tutto rischia di essere rimesso in discussione. La proposta della Guardasigilli Paola Severino di riaprire i carceri speciali di Pianosa e dell’Asinara per tamponare – in parte ma subito – l’emergenza sovraffollamento, non piace proprio a nessuno.

La proposta della Guardasigilli di riaprire i penitenziari sulle isole protette solleva un coro d’opposizione Anni per trasformare due perle dei nostri mari in territori protetti, dedicati al turismo possibilmente sostenibile ed ecocompatibile, e ora tutto rischia di essere rimesso in discussione. La proposta della Guardasigilli Paola Severino di riaprire i carceri speciali di Pianosa e dell’Asinara per tamponare – in parte ma subito – l’emergenza sovraffollamento, non piace proprio a nessuno. Protesta il Pd che vuole salvaguardare i parchi naturali, protestano le organizzazioni ambientaliste, le popolazioni e le istituzioni locali («È un’idea superata», taglia corto il presidente della Provincia di Pisa, Giorgio Kutufà), e protestano soprattutto i sindacati di polizia penitenziaria. I quali, a dire il vero, sono proprio sul piede di guerra contro il Dap e minacciano azioni molto dure se il nuovo capo dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino, non passerà dalle «chiacchiere» agli «interventi concreti» per sanare una situazione insostenibile, che vede «aumentare ogni giorno il numero di suicidi e di aggressioni». Il Sappe, il sindacato più rappresentativo degli agenti penitenziari, oggi diserterà l’incontro del Dap con le organizzazioni sindacali e ha annunciato per il 3 aprile un sit-in di protesta. Gli agenti (anche di altri sindacati) sono contrari ad usare i due penitenziari per la reclusione dei detenuti di mafia sottoposti al 41 bis. Sarebbe meglio, sostiene l’Osapp, realizzare «modelli detentivi diversi dagli attuali».

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