«17 ragazze»: bebè e rivolta

Il film d’esordio di Delphine e Muriel Coulin, racconto intimo dell’adolescenza. L’energia, la sessualità , il corpo. Camille e le sue amiche, fuga impossibile

Il film d’esordio di Delphine e Muriel Coulin, racconto intimo dell’adolescenza. L’energia, la sessualità , il corpo. Camille e le sue amiche, fuga impossibile

Lanciato allo scorso festival di Cannes, dove era nella Semaine de la critique, l’esordio delle due sorelle, registe e sceneggiatrici, arriva in Italia preceduto dal divieto ai minori di quattordici anni che paradossalmente lo priva di quel pubblico giovanissimo a cui il film sembra essere dedicato.
Le registe si sono ispirate a un fatto di cronaca, poche righe sul giornale che dicevano di un gruppo di ragazze della stessa scuola, in una cittadina americana, rimaste incinte insieme. Nella narrazione hanno adattato la provincia americana a un loro paesaggio personale, non si tratta infatti di una semplice «trasposizione» geografica, siamo a Lorient, cittadina francese sull’Atlantico, ma lo spunto originario si riempie di una sensibilità anche cinematografica molto caratterizzata.
La storia ci offre così una variazione, bella e delicata, sull’adolescenza, il racconto di un’età sospesa, che ha affascinato gli immaginari di ogni tempo nel mondo, e che il cinema d’oltralpe predilige più di altro. In Camille e le sue amiche, che hanno l’intensità delle loro splendide interpreti, tutte bravissime, ritroviamo il sentimento selvaggio in cui desiderio, erotismo, ribellione, scoperta del corpo si mescolano con l’impeto ostinato che solo una volta nella vita accade. Non c’è però nostalgia nello sguardo di Muriel e Delphine, che anzi cercano nella «mitologia» adolescenziale (fatta anche dei ricordi in prima persona) una distanza contemporanea.
E in questa la dimensione da fiaba diviene più forte con la scelta di un io narrante al passato, ciò che vediamo è scivolato già nella memoria, mito di un sogno collettivo perduto.
Camille, la ragazzina che per prima scopre di aspettare un bambino, è la bella della scuola, quella che tutte vorrebbero essere come lei – ma a chi non è capitato di incontrarne una almeno una volta?
Consapevole del suo fascino, sa che può lanciare la sua provocazione: fatelo anche voi un bimbo, dice alle amiche. Sarà il modo per vivere insieme, per rompere la monotonia di quella cittadina grigia come le vite che le aspettano, e che prima di loro hanno imprigionato i genitori. Abiteranno in una grande casa, cresceranno i bambini in comune. .
Le ragazzine si buttano in quell’avventura che sconvolge gli adulti, genitori e insegnanti si scoprono (con molta riluttanza) inadeguati, non riescono a capire, non sanno come agire. Scatta la repressione, il rimprovero, l’analisi sociologica, la televisione. Le ragazzine sono le star del momento, spavalde e allegre anche se la pancia pesa, fa male, le fa sentire goffe talvolta, strane…
Ma anche questo guardarsi riporta all’adolescenza, al rapporto col corpo che cambia …
Ci sono dettagli molto belli, come le camerette, ognuna diversa eppure così simili l’una all’altra. Nella solitudine delle pareti tra le quali sono cresciute, e hanno nascosto i loro segreti, le ragazzine lasciano libera la paura, e le indecisioni, i sentimenti fragili che si riconcorrono nelle pareti pastello o tra le calze, le cuffie con la musica.
Ma poi eccole uscire e ritrovare l’energia di una festa, di una fuga in spiaggia nella notte, dei baci «rubati» ai loro amici/amanti maschi. L’unica che non le ha seguite, osserva e sarà poi lei a raccontare nel tempo…
Ma: cercare di sfuggire alla saturazione familiare con un’altra «pianificazione familiare» è bizzarro, se non folle e persino un po’autodistruttivo. Le registe non chiudono i racconto con un giudizio, ma certo il finale (abbastanza nero, ma le fiabe lo sono no?) delle ragazze in piazzetta con le carrozzine tutte uguali, ci dice che quell’utopia forse non è mai esistita. Come Camille, scomparsa per sempre chissà dove, rimanendo però circondata della sua ineffabile aura. La stessa che rischiarerà un quotidiano (il loro), stretto di bebè e onnipresenti nonne.

17 RAGAZZE DI DELPHINE E MURIEL COULIN, CON LOUISE GRINBERG, ESTHER GARREL, ROXANE DURAN, FRANCIA 2011

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