L’ex Velvet Underground ai Magazzini. Della mia vita non cambierei niente, mi spiace soltanto per l’età che avanza, in questo periodo sogno di tornare bambino. Abbiamo appena festeggiato lo stesso compleanno ma non ci siamo chiamati, a nessuno dei due avrebbe fatto piacere. Il polistrumentista gallese, coi capelli rosa, anticipa le canzoni del nuovo cd
L’ex Velvet Underground ai Magazzini. Della mia vita non cambierei niente, mi spiace soltanto per l’età che avanza, in questo periodo sogno di tornare bambino. Abbiamo appena festeggiato lo stesso compleanno ma non ci siamo chiamati, a nessuno dei due avrebbe fatto piacere. Il polistrumentista gallese, coi capelli rosa, anticipa le canzoni del nuovo cd
Ha rivoluzionato la musica fondando i Velvet Underground. Dopo lo scioglimento della band ha continuato a esplorare la musica, e non intende fermarsi neanche ora che ha appena compiuto 70 anni. Parla con tono ieratico e solenne, centellinando le parole, rievocando poco e controvoglia il passato, preferendo pensare al presente. È Lou Reed, no?
No, è John Cale. E malgrado i due siano molto simili (o forse proprio per questo) i rapporti sono pessimi, in pratica solo comunicazioni burocratiche legate ai diritti d´autore dei Velvet. Basta chiedere a Cale se con Reed si sono sentiti per farsi gli auguri per i rispettivi compleanni (sono nati a tre giorni di distanza, Lou Reed il 6 marzo 1942, Cale il 9): «No, non credo che ne avrebbe avuto piacere. Di certo non ne avrei avuto io». Meglio parlare d´altro. Ad esempio del concerto di stasera ai Magazzini Generali in cui il polistrumentista (specializzato nella viola elettrica, ma anche piano e basso) gallese darà qualche anticipazione del nuovo disco, ancora senza titolo, che dovrebbe uscire a mesi, «spero maggio, ma non si sa mai».
Intanto però nei mesi scorsi è uscito un altro suo album, l´ep Extra Playful, il primo da sei anni in qua, dove mescola allegramente elettronica, melodie vocali, cori gospel, ritmi hip hop. Insomma, di tutto e di più come sempre.
«Sì, chiamiamolo un antipasto rispetto al nuovo disco. Mi piace mescolare anche perché, molto banalmente, non so fare altro. Anzi, so fare solo musica, per qualunque altra cosa sarei stato fallito nella vita. Però musica può essere così noiosa se non la si pasticcia un po´. Bisogna sempre cambiare un po´».
Su questo lei è maestro. Anche nel look. Nelle sue ultime foto ha i capelli rosa: neppure Lady Gaga.
«Extra Playful vuol dire “ultra-giocherellone”. E allora gioco. L´ho sempre fatto. Non mi piace stare lì a parlare del passato, di quello che ho fatto, preferisco guardare in avanti, adoro il nuovo. Se fai musica di avanguardia significa che di solito ti ritrovi con un piccolo gruppo di persone che però cerca di espandere al massimo quello che di nuovo si sta creando».
Nessun rimpianto quindi?
«Ho fatto delle cose bellissime e sono contento, della mia vita non cambierei niente. Il solo rimpianto è che inizio ad avere 70 anni. Che non sono più l´età di una volta, il segno della vecchiaia, ma pochi non sono. Ultimamente sogno spesso di tornare bambino, all´asilo. Solo per avere ancora tanto tempo a disposizione. Catastrofuk, la prima canzone di Extra Playful, contiene questo verso: “Di´ ciao al futuro e arrivederci al passato”. Qualcosa vorrà dire».
E stasera cos´altro dobbiamo aspettarci? Farà i successi dei Velvet Underground?
«Ma sì, qualcosa di certo. Però non so cosa. Non sono particolarmente attaccato a quel repertorio, cioè lo sono ma come a tante altre canzoni che ho scritto più tardi. Di certo io stesso devo essere il più sorpreso dalle mie scelte sul palco».
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