I no global dalla Tav alla Fiom: l’imbarazzo Cgil

Spostata a marzo su pressione di Casarini la manifestazione nazionale. In piena trattativa sul lavoro…

Spostata a marzo su pressione di Casarini la manifestazione nazionale. In piena trattativa sul lavoro… Nella decisione della Fiom di spostare la manifestazione nazionale inizialmente prevista per l’11 febbraio e poi rinviata, causa neve, di una settimana e infine fissata al 9 marzo (con l’aggiunta dello sciopero generale dei metalmeccanici) deve aver pesato anche la pressione del movimento no global. Ben evidenziata, per esempio da una lettera aperta che dal sito di Global Project, la creatura di Luca Casarini, uno dei leader del movimento, è stata indirizzata «ai compagni e alle compagne della Fiom» il 10 febbraio, per criticare la prima decisione del segretario generale, Maurizio Landini, di spostare al 18 febbraio la manifestazione di Roma.

Due le ragioni per le quali si chiedeva di rinviare l’iniziativa a marzo, come poi è avvenuto. La prima è quella di avere il tempo necessario «a dare vita a ciò che servirebbe veramente», cioè «una grande mobilitazione sociale» volta anche a «rovesciare» i tavoli della trattativa fra governo, sindacati e imprese sulla riforma del mercato del lavoro. «Il secondo motivo per il quale riteniamo che il 18 non sia la data giusta — si legge nella lettera aperta — riguarda ciò che sta accadendo in Val di Susa: il 25 febbraio il movimento No Tav ha chiamato tutti e tutte alla mobilitazione contro gli arresti. È evidente che due scadenze così ravvicinate creano difficoltà per chi non ha tutta questa disponibilità economica e di tempo per spostarsi da un capo all’altro dell’Italia».
Ora, conclude Global Project, se «dopo quest’anno e mezzo di battaglie insieme», la Fiom «non vuole essere semplicemente il sindacato che organizza i metalmeccanici, ma anche una parte fondamentale di quel popolo dell’alternativa che è l’unico che può vincere contro Monti», è meglio fare la manifestazione a marzo. E così è stato. Appuntamento a Roma venerdì 9. E sulla home page del sito di Casarini ecco una video intervista a Gianni Rinaldini, ex segretario della Fiom e leader della sinistra Cgil, che, tra l’altro, spiega come la manifestazione del 9 debba diventare «un momento che parla all’insieme di tutte quelle forze che non accettano la logica che si vuole imporre a questo Paese».
Insomma, siamo alle solite. Da una parte il vertice della Cgil che cerca di tenere l’iniziativa della Fiom in un ambito strettamente sindacale, dall’altra la segreteria della Fiom che invece punta a fare dei metalmeccanici Cgil il traino dell’opposizione sociale e politica al governo. Un bel problema per la confederazione, visto che la manifestazione cadrà proprio mentre nella trattativa sul mercato del lavoro si avvicinerà il momento della verità sull’articolo 18. A piazza San Giovanni, dove si concluderà la manifestazione, dopo il comizio di Landini ci sarà quello della Cgil. Che non sarà tenuto dalla leader Susanna Camusso, che quel giorno sarà a New York, all’Onu, per la sessione della Commissione sullo stato della donna. Al suo posto, probabilmente, il segretario confederale Vincenzo Scudiere. Per evitare problemi, la Cgil farà in modo che per il 9 marzo la trattativa non sia ancora entrata nel merito dell’articolo 18.

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