Vendola lancia il pressing su Bersani “Scarica Monti e attento a svolte a destra”

Il leader di Sel tesse il “filo rosso” e annuncia una iniziativa con Di Pietro, ma l’obiettivo resta l’alleanza col Pd.  All’assemblea di Sel ovazioni per Pisapia, applausi a Emiliano e stoccate a Enrico Letta 

Il leader di Sel tesse il “filo rosso” e annuncia una iniziativa con Di Pietro, ma l’obiettivo resta l’alleanza col Pd.  All’assemblea di Sel ovazioni per Pisapia, applausi a Emiliano e stoccate a Enrico Letta 

ROMA – Prende a prestito una frase di Enrico Letta, quella su “Monti è la nostra primavera”, per dire che il Pd ha qualche problema con le stagioni. Nichi Vendola si muove su un sentiero stretto: criticare il governo del Professore, la tecnocrazia che non risolve e rischia «di gelare la democrazia», che all´equità riserva solo i convegni della domenica, che ha varato un decreto sulle liberalizzazioni di cui si può apprezzare «quello che non c´è». E al tempo stesso fare fronte comune con il Pd per l´unità della sinistra di governo. «Non voglio creare un quarto Polo, ma il primo Polo, per governare», e chiude la porta a Rifondazione, i compagni che insistono sull´opposizione unita.
Nell´orizzonte di Vendola ci sono i Democratici e Di Pietro, come da foto di Vasto, la triplice alleanza. A patto certo che il Pd non vada a destra («No a una svolta a destra della sinistra»), e del resto si taglierebbe le gambe da solo, perché se i Democratici pensano a un partito liberista di massa, «forse potranno fare un partito liberista, ma dubito di massa». Le masse insomma se ne andrebbero da qualche altra parte, e dove se non da Vendola? Anche se «l´auspicio è l´alleanza». Il leader di Sel asseconda provocatoriamente Monti, che in tv ripete “l´articolo 18 non sia un tabù”, alzando la posta: «Va bene, parliamone, estendiamolo a tutti i lavoratori». L´assemblea nazionale di Sel – più di mille persone, banchetti di raccolta firme, spezzoni di Movimento – gli dedica standing ovation. Vendola non esaspera i toni, però è perentorio: prima Bersani scarica Monti, «prima la politica si riprende il ruolo che le compete, e meglio è». Intanto già in questa settimana, Vendola e Di Pietro presenteranno alcune proposte per l´alternativa in una conferenza stampa. È un pressing sul Pd. Un assaggio di campagna elettorale?
Per Vendola si tratta di tessere «il filo rosso». Però, tranquillizza, «non lucreremo sull´elettorato democrat». E loda Bersani, fotografato davanti a una birra a scrivere il suo discorso nei giorni scorsi (foto che ha spopolato su twitter): «È un´immagine molto bella… ho una grande simpatia per Pier Luigi, è una persona umanamente bella, un punto di riferimento, e sono contento di avere provato con lui a evocare un´idea: la foto di Vasto non è una coalizione, è un´idea, che si possa uscire a sinistra dalla crisi della società italiana». Lo dice nel programma di Telese su La7. Sul palco dell´assemblea Vendola porta le ricette vincenti della sinistra, cioè i sindaci di Milano, di Napoli, di Bari, di Cagliari. Ovazioni per Pisapia («Ho due buone notizie: i fischi a Bossi e che Formigoni sta per dimettersi»); applausi per De Magistris; accoglienza calorosa per Emiliano («Non lascerò il Pd, ma gli rivolgo un appello: non smetta di dialogare con il meraviglioso popolo di Sel, qui mi sento meglio che a casa»); tifo per Zedda, per Rita Borsellino, anche lei presente, candidato sindaco di Palermo di una sinistra divisa, per il capo della Fiom, Landini; per Amelia Frascaroli; per il senegalese Pape Diaw. Vendola torna quindi all´attacco: non ha fiducia nella capacità di questo Parlamento di cambiare il Porcellum. In tv annuncia che comunque sarà «nella coalizione avversa a Passera».

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