Provato da una lunga malattia se n’è andato Ugo Spagnoli, più di una volta interlocutore prezioso di questo giornale in materia di giustizia e di questioni costituzionali. Ugo Spagnoli è stato un parlamentare eminente del Pci, un giurista finissimo e membro della Consulta, un compagno di rara coerenza e più profonda coscienza civile e politica, e, va aggiunto, un uomo di straordinaria eleganza e capacità di dialogo.
Provato da una lunga malattia se n’è andato Ugo Spagnoli, più di una volta interlocutore prezioso di questo giornale in materia di giustizia e di questioni costituzionali. Ugo Spagnoli è stato un parlamentare eminente del Pci, un giurista finissimo e membro della Consulta, un compagno di rara coerenza e più profonda coscienza civile e politica, e, va aggiunto, un uomo di straordinaria eleganza e capacità di dialogo. Come parlamentare ha riscosso sempre rispetto e ammirazione. Ricordo – sarà stato nel 1986 – quando comunicammo che, come gruppo parlamentare del Pci, lo avremmo proposto per l’elezione a giudice costituzionale: dopo qualche giorno Ugo, intervenuto per una dichiarazione di voto, fu applaudito a lungo da tutti i settori della Camera dei deputati. Aveva conquistato tutti i colleghi nei lunghi anni di mandato parlamentare, di impegno continuo e appassionato nella legislazione e nelle ragioni del parlamento e della democrazia parlamentare; e non è casuale né rituale che tutti, da sinistra e anche da destra, e il Presidente Napolitano per primo, abbiano ricordato la traccia profonda che ha lasciato nella vita democratica del Paese. Si resta ancora ammirati nel leggere le sentenze che da giudice costituzionale stese come relatore, sentenze che brillavano per l’ argomentazione serrata, limpida, convincente, delle ragioni e dei dispositivi. Ugo Spagnoli fu un compagno eccellente; credeva nell’orizzonte del comunismo, nella necessità di lottare per la crescita libera di ciascuno e di tutti. Lo ricordo con rimpianto, lo ricordo con amore, lo ricordo con ammirazione.
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