Lite tra estremisti in Rete dietro l’agguato all’ex Nar

ROMA — Una lite su Facebook sulla gestione della storica sezione dell’ex Msi in via di Acca Larentia, al Tuscolano. Una frattura profonda fra le tante anime dell’estrema destra, sancita da un aspro confronto sul social network il 31 dicembre scorso.

ROMA — Una lite su Facebook sulla gestione della storica sezione dell’ex Msi in via di Acca Larentia, al Tuscolano. Una frattura profonda fra le tante anime dell’estrema destra, sancita da un aspro confronto sul social network il 31 dicembre scorso. È il movente del tentato omicidio di Francesco Bianco, 51 anni, ex terrorista dei Nar e ora dipendente Atac — finito nel vortice di Parentopoli e sospeso dall’azienda dopo le frasi antisemite postate su Facebook — ferito a colpi di pistola la sera del 2 gennaio scorso a Tivoli. Secondo i carabinieri il mandante della spedizione punitiva è Carlo Giannotta, 58 anni, responsabile della sede simbolo dei camerati romani dove il 7 gennaio 1978 furono uccisi tre giovani del Fronte della Gioventù (Francesco Bigonzetti, Franco Ciavatta e Stefano Recchioni). Giannotta, arrestato dai militari del Gruppo di Frascati nella sua abitazione al Tuscolano, stava per partire per il Brasile.
Fin dai primi momenti dopo il ferimento la Procura di Tivoli aveva imboccato la pista del regolamento di conti interno all’estrema destra. Oltre al decreto di fermo notificato a Giannotta, sono stati emessi anche decreti di perquisizione nei confronti dei suoi familiari — e fra questi dei figli Mirko, attualmente responsabile del Decoro urbano del Campidoglio, e Fabio, indagato con il padre, arrestato nel 2006 per detenzione di armi —, nonché di Gianluca Iannone, leader nazionale di CasaPound, negli ultimi giorni al centro delle polemiche per l’esultanza — ancora una volta su Facebook — mostrata per l’improvvisa scomparsa del capo dell’Antiterrorismo Pietro Saviotti. Sulle frasi choc ieri la Procura della Capitale ha chiesto ai gestori di Facebook in California di oscurare la pagina di «Gianluca da Tortuga», nickname di Iannone, non più visitabile.
La lite con Bianco, secondo gli inquirenti, era avvenuta sulla pagina Facebook di Gabriele Adinolfi, scrittore ed ex di Terza Posizione (anch’egli perquisito): l’ex Nar aveva intimato a Giannotta di restituire le chiavi della sezione e di aprire un comitato per la sua gestione. L’agguato è scattato 48 ore più tardi dopo che i due si erano dati appuntamento di fronte alle Terme di Tivoli. Ad attendere Bianco però c’erano due uomini a volto coperto, armati di pistola con silenziatore e in sella a uno scooter senza targa, uguale a quello intestato alla moglie di Giannotta. Ma quest’ultimo, come confermato dalle celle telefoniche, si trovava in zona. Per la Procura i sicari volevano uccidere.
Sempre nel corso delle indagini i Ros dei carabinieri hanno identificato molti dei partecipanti a quel forum. Nell’abitazione di Iannone, nella sede di CasaPound in via Napoleone III, all’Esquilino, gli investigatori hanno sequestrato due computer e due pendrive. Ma il leader del movimento è stato anche denunciato per resistenza a pubblico ufficiale.
Lavinia Di Gianvito
Rinaldo Frignani

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