Giovani e anziani, in via Locatelli, hanno accolto la bara avvolta nel tricolore con il saluto romano. Lo stesso rito fuori da Palazzo Frizzoni.
Giovani e anziani, in via Locatelli, hanno accolto la bara avvolta nel tricolore con il saluto romano. Lo stesso rito fuori da Palazzo Frizzoni.
Resta un’appartenenza politica, che non è per forza nostalgia: l’appartenenza al fascismo con il suo carico di valori e ideali, per quanto possano non piacere e possano essere rifiutati dalla Costituzione italiana. Quell’appartenenza è stata dimostrata oggi, 2 gennaio, ai funerali di Mirko Tremaglia, da più di una persona. Con il saluto romano. Alle 10,50 il feretro è stato trasportato dal primo piano della sede storica del Movimento sociale (e poi An) in via Locatelli al cortile esterno, per l’inizio del corteo verso Palazzo Frizzoni. E quando il feretro è sbucato dalla porta, avvolto in un tricolore, il saluto romano è stato più d’uno. Almeno quattro persone, in posa, a dare l’ultimo saluto a Mirko Tremaglia. Un paio di anziani con il braccio teso, nel cortile di via Locatelli, ma anche due giovani (le foto correlate sulla destra di questa pagina). Il rito si è ripetuto, per pochi, all’arrivo del carro funebre a Palazzo Frizzoni. E alcuni poliziotti impegnati nell’ordine pubblico avrebbero scorto anche un noto politico mentre alzava il braccio per il saluto fascista, ma la circostanza non è affatto confermata nè immortalata da una macchina fotografica.
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