Sicilia Isola in tilt. A Palermo occupati il mercato ittico e l’ingresso del porto. Lotta dura di agricoltori e pescatori. I tir proseguono lo sciopero. Garantito solo il trasferimento di carburante. FORZA D’URTO Il movimento ritrova l’unità
Sicilia Isola in tilt. A Palermo occupati il mercato ittico e l’ingresso del porto. Lotta dura di agricoltori e pescatori. I tir proseguono lo sciopero. Garantito solo il trasferimento di carburante. FORZA D’URTO Il movimento ritrova l’unità
PALERMO. L’ultima a intervenire è la candidata alle primarie del centrosinistra per la corsa a sindaco di Palermo. Rita Borsellino, al quinto giorno di proteste e blocchi stradali organizzati dal movimento dei Forconi, non solo ha lanciato un appello alla ragionevolezza, come hanno fatto tutti i sindaci siciliani, ma è andata oltre: «Basta con i blocchi. Le proteste di questi giorni nascono da disagi gravissimi, ma altrettanto gravi sono i disagi patiti dalla popolazione siciliana, di chi non può andare a lavorare e sta perdendo ore e giorni di lavoro fondamentali per arrivare a fine mese» ha detto lanciando poi un’accusa pesante: «È stato superato il limite della legalità. È inaccettabile che istituzioni e politica non stiano facendo nulla per far rientrare la situazione nei limiti della legge e della civiltà». Un’accusa rivolta sia al presidente della regione Raffaele Lombardo che ai manifestanti.
Il ritorno alla normalità è lontano. L’associazione degli autotrasportatori (Aias) che raccoglie le principali società di trasporto merci con tir, aveva promesso lo stop dei blocchi da ieri sera a mezzanotte, ma sul filo di lana ha deciso di continuare la protesta per altri cinque giorni. Il loro leader Giuseppe Richichi ha dichiarato: «Abbiamo ottenuto una proroga fino a 25, ma consentiremo una prima riapertura delle strade per un parziale approvvigionamento».
Una mossa che ricuce lo strappo tra trasportatori e il movimento dei Forconi (agricoltori e marinerie, comprese le piccole associazioni o i gruppi «indipendenti» di padroncini) che aveva già annunciato il mantenimento dei presidii. «Non li togliamo e la protesta andrà avanti – dichiara Mariano Ferro, fra i più agguerriti del movimento – perché attendiamo ancora risposte concrete. Questo popolo si è messo in cammino e non possiamo fermarlo senza una vera ragione. Ma – tranquillizza – allargheremo le maglie dei presidi per permettere il rifornimento delle stazioni di servizio e la presenza di generi di prima necessità». Il governatore Lombardo che ha rilanciato l’appello a sospendere la protesta, ieri ha sentito il presidente del consiglio Mario Monti: «Abbiamo discusso di quanto sta accadendo in Sicilia. Già all’inizio della prossima settimana, ci incontreremo a Roma per affrontare i nodi di una vertenza delicata e complessa. È la dimostrazione di come nessuno abbia sottovalutato le ragioni di chi sta manifestando. Non condividiamo certo i metodi della protesta, ma dopo il colloquio con Monti sono convinto che riusciremo a sbloccare positivamente la situazione».
Ma qui sull’isola la tensione resta alta: ieri mattina a Palermo gli studenti delle scuole che hanno aderito allo sciopero dei Forconi e quelli dello studentato Anomalia, centro sociale della sinistra palermitana, hanno bloccato il porto e il mercato ittico. Mentre gli studenti delle medie davano fuoco a una bandiera tricolore.
Intanto sulle accuse mosse dal presidente della Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello che ha parlato di infiltrazioni mafiose nel movimento dei Forconi, la procura della Repubblica di Palermo ha aperto un fascicolo d’indagine «modello 45», senza indagati né ipotesi di reato. Titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore aggiunto Ignazio De Francisci. «Ci muoviamo sulla base degli elementi raccolti in questi giorni – spiega il procuratore capo, Francesco Messineo – e delle indicazioni provenienti da ambienti qualificati di Confindustria. Le notizie ricevute vanno comunque verificate». Nessuna indagine invece sui blocchi stradali in corso
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