Torino, busta con proiettile. Il comico: attentati? Capire perché. Befera: non fa ridere
Torino, busta con proiettile. Il comico: attentati? Capire perché. Befera: non fa ridere
ROMA — Le sedi di Equitalia sono di nuovo nel mirino. Gli ordigni scoppiati a Capodanno davanti alle sedi di Foggia e Modena hanno avuto un seguito ieri, quando una busta contenente un proiettile destinata al direttore di Equitalia di Torino, è stata intercettata dalle Poste del capoluogo piemontese. All’interno un biglietto che riportava a firma «Anarchia».
Ma, scrive sul suo blog Beppe Grillo, ispiratore del movimento politico Cinquestelle, se «Equitalia è diventata un bersaglio bisognerebbe capirne le ragioni oltre che condannare le violenze». E continua, il comico genovese, con una punta di ironia e molta durezza: «Un avviso di pagamento di Equitalia è diventato il terrore di ogni italiano. Se non paga l’ingiunzione “entro e non oltre”, non sa più cosa può succedergli. Non c’è umanità in tutto questo e neppure buon senso. Monti riveda immediatamente il funzionamento di Equitalia, se non ci riesce la chiuda. Nessuno ne sentirà la mancanza».
Se è vero che sono in molti a criticare i metodi vessatori del sistema esattoriale di Equitalia e tanti altri sul Web danno apertamente ragione a Grillo con commenti spesso feroci, e persino insulti, le sue parole nel mondo politico suscitano un vespaio. C’è chi lo attacca e chi cerca di seguirne il ragionamento. Ma tutti giudicano quelle dichiarazioni pericolose in un clima di forti tensioni sociali come quello che stiamo vivendo. A reagire indignato, tra i primi, è proprio il presidente del Gruppo Equitalia, Attilio Befera.
«In questo momento di difficoltà bisognerebbe avere tutti il massimo senso di responsabilità — dice Befera — e occorrerebbe difendere gli uomini che fanno il loro dovere al servizio della collettività. Questa volta la battuta non fa ridere nessuno». Eppure c’è anche chi, come Gianfranco Rotondi, ex ministro del Pdl, pensa che qualcosa bisognerebbe rivedere: «Non sarà un comico a darci la linea ma l’interrogativo che pone Grillo non è peregrino». Prende le distanze senza mezzi termini da Grillo, invece, Antonio Di Pietro, per il quale «questa idea di prendersela con Equitalia invece che con gli evasori fiscali è totalmente da condannare». «Se qualcuno ha ragioni da far valere — aggiunge il leader dell’Italia dei valori — lo faccia nel rispetto dello stato di diritto e non con la violenza».
Di Pietro si ritrova sulla stessa linea del portavoce del Pdl Daniele Capezzone, per il quale «Grillo scherza con il fuoco», sebbene poi tenga a sottolineare di aver chiesto «a più riprese una modifica dei poteri concessi a Equitalia». Condanna senza se e senza ma anche da parte dell’Udc. «Inaccettabile Grillo — dice Mauro Libè —. Inaccettabile l’idea di comprendere le ragioni di chi non ha alcuna ragione. Sulle modalità di Equitalia più volte abbiamo avanzato proposte di modifica ma è vergognoso mettere quasi sullo stesso piano Equitalia e chi ha progettato attentati alle sue sedi».
Anche il Pd prende le distanze. Debora Serracchiani dice che Grillo «cavalca il malcontento» e giudica «estremamente pericoloso accreditare in modo strisciante il concetto che gli attentati dinamitardi siano un fenomeno da capire». Tra le due cose, «corre la stessa distanza che c’è tra la protesta civile e il lancio delle molotov». Dunque, così non va bene. Eppure, continua la Serracchiani, «c’è sicuramente più di una riflessione da fare su Equitalia. Ad esempio sui tassi di interesse raggiunti dalle cartelle esattoriali, sulla messa all’asta delle prime case sui fermi amministrativi di ignari cittadini o ancora sull’impossibilità per le imprese di compensare debiti e crediti con lo Stato». E forse è proprio quello che Grillo voleva. Una riflessione che adesso la politica non può più rimandare.
Mariolina Iossa
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