Una disamina sul comico genovese che, a veder bene, non fa più ridere.
C’è ancora chi lo definisce un comico, ma càè veramente poco da ridere nelle ultime performance di Beppe Grillo sul suo blog. Scriveva qualche settimana fa: “Imprenditori, disoccupati, pensionati, si danno il turno. Mentre tra i politici non si ammazza mai nessuno”.
Una disamina sul comico genovese che, a veder bene, non fa più ridere.
C’è ancora chi lo definisce un comico, ma càè veramente poco da ridere nelle ultime performance di Beppe Grillo sul suo blog. Scriveva qualche settimana fa: “Imprenditori, disoccupati, pensionati, si danno il turno. Mentre tra i politici non si ammazza mai nessuno”.
Il leader del movimento 5 Stelle (e di questo passo pure 5 Punti di Sutura) che sull’antipolitica da discount ha fondato la sua fortuna, nel post dal titolo “L’anno dei suicidi” argomentava così. Non contento del caos mediatico ottenuto quella volta, se di caos mediatico era alla ricerca, qualche giorno fa ha rincarato la sua personale dose di pressappochismo dichiarandosi contro il diritto di cittadinanza a favore dei figli degli immigrati.
L’ennesima provocazione di Grillo, dirà qualcuno. E se invece non se ne andasse lui a quel paese, diranno altri. Ma non ci pare si stia “giocando” su un piano giusto, precisiamo noi. Come quando disse, sempre dal suo blog, per le lettere-bomba spedite dagli anarchici alle sedi di Equitalia: “capire le ragioni, oltre che condannare la violenza”.
Usando poi la solita arma dell’ironia, alla sua maniera: “non esistono solo bombaroli o non bombaroli come ai tempi di De Andrè”. Se invece ieri stigmatizzava sardonico: “neanche l’aumento di 10 centesimi alla buvette di Montecitorio è riuscito a deprimerli. Però anche a loro ogni tanto capita di sentirsi un po’ giù, allora prendono l’aereo e se ne vanno alle Maldive” più di recente sproloquia alla amatriciana: “Vogliono trasformare gli italiani in tifosi. Da una parte i buonisti della sinistra senza se e senza ma che lasciano agli italiani gli oneri dei loro deliri. Dall’altra i leghisti e i movimenti xenofobi che crescono nei consensi per paura della liberalizzazione delle nascite”.
Interessante, per meglio capire la nostra disamina, leggere qualcuno dei commenti dopo questi suoi trattati di socialismo barbarico. Posta un tale Tigerman 1978: “Io credo che con questa classe politica (tutta, dx, centro e sx) non ci siano più le condizioni del dialogo… la violenza è l’unica alternativa possibile” e ancora: “spero che si cominci a lasciare presto i corpi di tutti gli escrementi della società x terra, morti ammazzati come cani… morti ammazzati perchè loro hanno ammazzato la metà della mia generazione, e allora non diventa violenza gratuita ma legittima difesa.. come deve comportarsi un ragazzo 25-30ebbe che è precario da 10-15 anni, o è disoccupato, o vede il suo lavoro rubato da uno straniero disposto a lavorare senza regole, non può accedere a un mutuo, senza progetto, casa, famiglia? ci vuole violenza e basta”.
Ora. Ci sembra che ci sia una sproporzione tra il senso degli articoli di Grillo (che è quello di propagandare un’idea “contro” che è sempre meglio che ci sia, piuttosto che no) e l’idea di coprirsi le spalle mentre si mandano gli altri (magari culturalmente più claudicanti) allo sbaraglio.
Spieghiamo. Diceva Carlo Lucarelli, che a differenza di Grillo non ha nessun fine politico in quello che fa, che il ‘68 ci ha insegnato che gli slogan violenti sono sempre brutti. Perchè c’è uno che a furia di sentirli, finisce per crederci e di passare ai fatti, come: “Ogni fascista come Falvella, con un coltello nelle budella” oppure “I covi fascisti si chiudono col fuoco, con i fascisti dentro se no è tropo poco”. Sono parole orrende, e quando le parole sono orrende non sono mai solo parole, perchè c’è sempre un cretino che le trasforma in fatti.
Ci sentiamo dire: “Ma Grillo è un’idealista, lancia messaggi per svegliare la gente”. Rispondiamo: niente in contrario. Ma il Movimento 5 Stelle oramai ha quasi 3 anni e crediamo che da parte di Grillo debba essere fatta una scelta di campo, quel famoso “salto di qualità” di cui parlava Giorgio Bocca vent’anni fa; netto e che lasci pochi spazi alle ambiguità. Perchè anche quelli di Casapound, guidati dal neofascista Gianluca Iannone, si credono e lo credono “un idealista”: anche lui parla di “palle piene degli italiani” e “mutuo sociale”, ma anche lui dice di metterci solo le idee; “per il resto -dichiara- io sono solo un romano e un italiano stufo di vedere certe cose, proprio come molti altri”. Esattamente come Grillo, che si permette di scrivere post del genere per poi dichiarare: “io sono solo un comico, se volete metteteci la faccia vostra sui manifesti elettorali”.
Ora ci chiediamo e vi chiediamo: chi ci garantisce che se domani Tigerman 1978 prende una P-38 a Portaportese e, come scheggia impazzita, gambizzasse o ammazzasse qualcuno alla sua dichiarazione: “Ho letto il blog di Grillo e mi sono detto che dovevo agire” non verrà preso come i genitori dei ragazzi autori della strage alla Columbine High School (ossia come dei pazzi che, per le loro inadempienze genitoriali, scaricarono le loro colpe su una serie di gruppi heavy metal e videogiochi)? Chi ce lo dice che Beppe Grillo non si comporterà come i neofascisti di Casapound a Firenze che, nel giorno in cui Gianluca Casseri sparò a due senegalesi, dissero “ma noi non lo conscevamo, era solo un simpatizzante”?
Precisiamo. A noi le esternazioni di Beppe Grillo non è che interessino poi molto.
E’ grande, grosso e vaccinato e può fare un po’ ciò che gli pare. Pagandone poi le conseguenze di tasca propria, si capisce. Crediamo solo che dovrebbe prendere una decisione semplice e al tempo complessa -non lo mettiamo in dubbio- ma che crediamo debba essere presa: o sta dentro o sta fuori. O combatte quello per cui crede si debba combattere (“Io sono in guerra”, ha spesso dichiarato) con le raccolte di firme, i concerti, le manifestazioni e i canotti… oppure desse un taglio ai soldi e alla notorietà, agli spettacoli nei Palazzetti dello Sport e alle comparsate da Santoro, e facesse come Renato Curcio (fondatore delle BR) o Sergio Segio (tra i fondatori di Prima Linea): clandestinità, anonimato, azione militante e militare, sproloqui dattiloscritti, idealismo da frustrazione cronica.
Gambizzazioni, sequestri e omicidi. A Curcio e Segio gli ha detto male, come storia insegna, lo sappiamo tutti, ma magari a lui gli dice bene. Ovviamente la nostra vuole essere una sana provocazione (questa sul serio, però). Se non altro, il Movimento 5 Stelle avrebbe finalmente un leader che “non fa il frocio col culo degli altri”; come si dice a Roma, con un’espressione forte ma che crediamo al di fuori di ogni ambiguità.
Giorgio Moltisanti
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