Bombe a Equitalia: «C’è una rete degli anarchici»

ROMA — La firma per i due attentati compiuti nelle ultime ore contro le sedi di Equitalia ancora non c’è, ma le parole del capo della polizia Antonio Manganelli che parla di «salto in avanti» e di «network internazionale» ben esprimono i timori dei responsabili della sicurezza per quello che gli anarcoinsurrezionalisti potrebbero fare nelle prossime settimane.

ROMA — La firma per i due attentati compiuti nelle ultime ore contro le sedi di Equitalia ancora non c’è, ma le parole del capo della polizia Antonio Manganelli che parla di «salto in avanti» e di «network internazionale» ben esprimono i timori dei responsabili della sicurezza per quello che gli anarcoinsurrezionalisti potrebbero fare nelle prossime settimane. Perché durante il suo discorso di fine anno pronunciato alla questura di Napoli, il prefetto chiarisce come ci sia già stato «uno sviluppo di un fenomeno nuovo, dallo spontaneismo del singolo dentro l’associazione anarchica a una vera organizzazione, con scambio di favori e azioni prodromiche a fatti di sangue». E così svela come le indagini sui pacchi bomba spediti agli inizi di dicembre al presidente della Deutsche Bank a Francoforte, al direttore generale di Equitalia a Roma e all’ambasciatore greco a Parigi abbiano consentito di acquisire nuovi indizi sui progetti futuri di alcune «cellule» e siano ormai arrivate a un punto di svolta. «Crediamo di aver individuato autori e matrici dei gesti», afferma infatti Manganelli e poi avverte: «Un pacco bomba singolo resta un atto difficile da prevenire, bisogna stare attenti».
L’attenzione dei poliziotti della Digos e dei carabinieri del Ros si concentra su Milano. È da lì, questo pare ormai accertato, che il 7 dicembre scorso sarebbero partiti i tre plichi esplosivi, compreso quello — l’unico deflagrato — che provocò il ferimento del direttore della società di riscossione Marco Cuccagna. E proprio lì sarebbero tuttora in azione alcuni estremisti che hanno collegamenti già verificati con esponenti dello stesso «network» in Spagna e Grecia. «Banche, banchieri, zecche e sanguisughe», erano gli obiettivi indicati nel volantino di rivendicazione siglato dalla Fai, la federazione anarchica informale, e in particolare dalla «cellula free Eat e Billy» in onore di due terroristi indonesiani detenuti per aver compiuto un attentato contro un bancomat.
Nessun collegamento, almeno fino a questo momento, emerge con i due attacchi contro Equitalia — un ordigno rudimentale fatto esplodere di fronte alla sede di Foggia e un incendio in quella di Modena — avvenuti la notte di san Silvestro. Se entro un paio di giorni non arriverà una rivendicazione attendibile per le azioni, si potrebbe anche ipotizzare il gesto di qualche balordo. Però anche se così fosse, non sarebbe sufficiente a far diminuire le preoccupazioni degli analisti perché le ultime due azioni dimostrano come i terroristi siano riusciti comunque a raggiungere l’obiettivo di tenere in scacco proprio Equitalia, evidentemente diventata per questi estremisti l’istituzione simbolo e dunque il nemico da colpire. Del resto l’appello contenuto nello stesso documento di rivendicazione della Fai trovato un mese fa era esplicito: «Chiunque può armare le proprie mani, chiunque può assemblare il proprio pacco regalo». E proprio questo sembra stia accadendo, con conseguenze che lo stesso Manganelli ammette essere imprevedibili.
«Non abbiamo bisogno di specialisti dell’azione», era scritto nel volantino e così si rendeva esplicita l’esortazione a compiere altri attentati. L’analisi dei proclami apparsi pochi giorni prima su numerosi siti internet riconducibili all’area anarcoinsurrezionalista e svariati messaggi scambiati via web dopo che i tre pacchi erano giunti a destinazione, hanno confermato come il dialogo tra formazioni che agiscono in città diverse, e soprattutto in Stati diversi, sia aperto e come si sia deciso di ispirare le «campagne scoppiettanti» — se non qualcosa di più eclatante, come teme Manganelli — alla crisi economica, dunque «all’Europa dei banchieri, alle sanguisughe che ci governano». Il livello di attenzione in tutte le strutture che si occupano di credito, ma anche negli uffici postali, è stato alzato già da settimane pur nella consapevolezza che le misure preventive che potrebbero non bastare a prevenire nuovi attacchi della Fai e dei suoi seguaci.
Fiorenza Sarzanini

0 comments

Leave a Reply

Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.

Sign In

Reset Your Password