Ustica, un mistero a Bruxelles

Una verità  indicibile può essere finalmente raccontata dopo 31 anni? Che un aereo civile sia stato abbattuto nel corso di una battaglia aerea non dichiarata si può affermare? Soprattutto quando il probabile bersaglio, Gheddafi, è addirittura morto.

Una verità  indicibile può essere finalmente raccontata dopo 31 anni? Che un aereo civile sia stato abbattuto nel corso di una battaglia aerea non dichiarata si può affermare? Soprattutto quando il probabile bersaglio, Gheddafi, è addirittura morto. Daria Bonfietti la presidente dell’associazione parenti delle vittime della strage di Ustica fa quasi una domanda retorica. Alle sei del pomeriggio nell’ufficio di Martin Schulz al Parlamento Europeo (proprio quello chiamato kapo da Silvio Berlusconi) si parla di quel Dc9 caduto nel mar Tirreno il 27 giugno 1980 e i familiari chiedono all’Europa di fare qualcosa per buttare giù il muro di gomma che in questi anni è stato scalfito ma non completamente abbattuto. Colui che con tutta probabilità diventerà il prossimo presidente dell’assise di Bruxelles riflette: «Sappiamo tutto di quello che è accaduto a Lockerbie ma non conosciamo le responsabilità su Ustica».
Una strage
in trasferta
La vicenda del Dc9 fuori dai confini italiani. E’ stato questo il primo obiettivo raggiunto dalla delegazione di familiari che grazie al lavoro degli europarlamentari del Pd Salvatore Caronna, Sergio Cofferati e David Sassoli hanno incontrato e raccontato la strage di Ustica ad alcuni esponenti del parlamento europeo. L’obiettivo più importante è però quello di trovare adeguati strumenti di pressione verso quei paesi, Francia in testa, che non rispondono alle rogatorie dei pubblici ministeri romani che stanno ancora indagando sulla strage. «Quella di Ustica non è una storia italiana, italiane sono solo le vittime. E’ una pagina oscura per tutta l’Europa», è stata la frase ripetuta più volte da Cofferati nel corso dei colloqui con i colleghi. I familiari, con Bonfietti c’erano Fortuna Pirico e Lina Gambino che 31 anni fa persero i rispettivi mariti, hanno incontrato: i socialdemocratici Fernando Lopez Aguilar (presiede la commissione Libe) e Catherine Trautmann, l’italiano Roberto Gualtieri (fa parte della delegazione che ha rapporti con l’assemblea parlamentare della Nato), e Erminia Mazzoni del Pdl che presiede la commissione petizioni. Proprio a questa è stata inviata la petizione dall’avvocato Daniele Osnato, uno dei legali che ha portato avanti la causa civile per cui sono stati condannati i ministeri della difesa e dei trasporti ad un risarcimento da 100 milioni di euro (il 22 ottobre l’avvocatura dello stato ha presentato ricorso per bloccare la sentenza). La possibilità di una commissione d’inchiesta a livello di parlamento europeo sembra scartata perchè sulla vicenda di Ustica non ci sarebbe violazione del diritto europeo ma la petizione, considerato uno dei diritti fondamentali dei cittadini europei, potrebbe essere attuata consentendo l’apertura di un’istruttoria su Ustica e chiamando anche i governi a rispondere. Il lavoro delle prossime settimane sarà quello di creare un consenso il più bipartisan possibile su questa iniziativa e presentare un’interrogazione urgente al consiglio e al parlamento europeo.

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