Un testo inedito in Italia che rievoca la caduta del Muro

 La libertà  fragile conquistata nell’89.    In quei giorni volevamo risvegliare la ragione dal suo sonno, riprenderci ciò che ci era stato tolto 

 La libertà  fragile conquistata nell’89.    In quei giorni volevamo risvegliare la ragione dal suo sonno, riprenderci ciò che ci era stato tolto 

Ascoltiamo una grande musica. Quando ho cominciato a scrivere queste righe, l´ho ascoltata più e più volte, fino a che vi ho riconosciuto le fasi di una Messa. Quando Joseph Haydn, maestro di cappella della casata degli Esterhazy, compone nel 1796 la sua messa annuale, Napoleone, imperatore dei francesi, è entrato in Austria con il suo esercito. Il sessantaquattrenne Joseph Haydn dà alla sua messa il nome di Missa in tempore belli. Messa in tempo di guerra.
In quello stesso anno uscirono tre opere che si richiamavano a vecchi legami e ne formulavano di nuovi, ancora oggi esistenti: Kant scrisse Per la pace perpetua, Thomas Paine pubblicò L´età della ragione e Friedrich Schiller compose le sue Lettere sull´educazione estetica dell´uomo. Una rete di pensiero illuminista tessuta sull´Europa… Da queste opere spira un alito di libertà che oggi non troverei da nessuna parte. Negli ultimi duecento anni questo spirito è stato strangolato, a volte ucciso. “Libertà” è la parola chiave della nostra società, ma quale senso ha questa parola per noi, oltre alla libertà di guadagnare il più possibile, alla libertà di viaggiare, alla libertà di consumare. Sono tutte libertà da non sottovalutare. Ma troppo spesso vogliono dire sfrenatezza, liberazione da tutti i vincoli. «Qui tollis peccata mundi», sentiamo nella messa. Io ne dubito.
Nel novembre del 1989, quando nella DDR migliaia di persone riempivano le strade, nella Samariterkirche a Berlino est, era appeso un grande striscione su cui era scritto in inchiostro nero: CONTRO IL SONNO DELLA RAGIONE. In quella chiesa cercavamo di risvegliare la ragione dal suo sonno. Di ora in ora si presentavano a parlare oratori e oratrici, quella sera erano perlopiù scrittori, artisti, e altri intellettuali e noi ci riprendevamo ciò che ci era stato tolto dalle mani: il diritto di esprimere liberamente la nostra opinione, le nostre critiche. Di queste vecchie storie non parlo spinta da sentimenti nostalgici, ma perché ho sperimentato personalmente il fatto che gli uomini d´un tratto possono gettar via la coperta della passività e del compromesso sotto la quale si sono rannicchiati, per recuperare quello che in loro sorprendentemente è rimasto vivo, ossia l´esigenza di giustizia, di libertà, e sì, anche di solidarietà. La ragione degli illuministi apparve sulle piazze e sulle strade e anche nelle chiese: non per dominare gli uomini ma per conquistarli.
Nel frattempo è tornato l´ordine, la gente ora è composta in gran parte di consumatori, molti dei quali disoccupati, le chiese sono di nuovo frequentate dalla loro vera clientela che si sta dissipando sempre più. E come sempre quando una crisi, come quella di oggi, minaccia la società, appare chiaramente quanto sottile sia la coperta della civiltà: in molti punti è strappata e da lì saltano fuori paura, avidità, brutalità. Le donne vengono di nuovo messe ai margini, diventano vittime di perversi atti di violenza, nei mass-media appaiono spesso come donnette di casa o come donne in carriera rivali fra loro o come creature demoniache pericolosamente seduttive.
Ma ecco il sublime Agnus Dei accompagnato da timpani e trombe. Dona nobis pacem. “Dai pace” dovremmo dire a noi stessi e così finalmente ci sarebbe pace. E potremmo cercare di scoprire se quei desideri che apparentemente sostengono il nostro sistema economico, in realtà non ci portino alla scontentezza e alla distruzione dei pilastri della nostra vita. Se davvero siano irrinunciabili. Ma dare una spallata a quei desideri e a quelle esigenze che vediamo come naturali, è senz´altro la cosa più difficile da fare. Non vogliamo credere che in essi c´è qualcosa da cambiare. Questa la consideriamo una utopia. Ma la storia non è alla fine. E tutti quegli uomini che non vogliono o non sanno vivere senza la perdita della ragione, non sono forse diventati i creatori di grandi cambiamenti?
Io non termino con una certezza, io termino con una domanda.
(Traduzione di Paola Sorge)
Da Hierzulande Andernorts
© Luchterhand Verlag.1999

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