MADRID. Non c’è solo la crisi economica: il leader conservatore Mariano Rajoy troverà sulla sua scrivania di capo del governo i dossier di altre spinose questioni. Una di queste è il destino del Valle de los Caàdos, l’osceno sacrario a poche decine di kilometri da Madrid che il dittatore Francisco Franco volle per «onorare le vittime» della «gloriosa Crociata» (come i vincitori chiamarono il golpe e la guerra civile) e per garantirsi una degna sepoltura.
MADRID. Non c’è solo la crisi economica: il leader conservatore Mariano Rajoy troverà sulla sua scrivania di capo del governo i dossier di altre spinose questioni. Una di queste è il destino del Valle de los Caàdos, l’osceno sacrario a poche decine di kilometri da Madrid che il dittatore Francisco Franco volle per «onorare le vittime» della «gloriosa Crociata» (come i vincitori chiamarono il golpe e la guerra civile) e per garantirsi una degna sepoltura.
Costruito con il lavoro forzato di migliaia di prigionieri politici repubblicani, inaugurato nel 1959, oggi è meta prevalentemente di turisti, curiosi e nostalcigi. Ma sino a pochi anni fa, ogni 20 novembre, anniversario della morte del dittatore nel ’75, si celebrava una messa solenne in memoria del «Generalissimo», che si convertiva in un’esibizione tipo Predappio. Dall’entrata in vigore della «Legge sulla memoria storica» del 2006, le cose per i fascisti si sono fatte un po’ più complicate, ma il mausoleo di Franco è rimasto un punto di riferimento per i fan dei bei tempi andati. E uno scandalo per tutti i democratici spagnoli.
Proprio in virtù di quella norma voluta dal premier uscente, il socialista José Luís Rodríguez Zapatero, e duramente avversata dal Partido popular allora all’opposizione, il governo aveva istituito lo scorso maggio una commissione indipendente di esperti, con il compito di elaborare una proposta circa il futuro della Valle dei caduti, il più imponente dei monumenti franchisti tuttora esistenti in Spagna. A differenza delle placche commemorative o delle statue equestri del dittatore rimosse negli ultimi anni, fare i conti con il sepolcro di Franco (e del fondatore della Falange, Primo de Rivera) presenta problemi maggiori, di carattere sia tecnico che politico.
Tra i primi i resti di più di 30 mila combattenti della guerra civile, di parte sia «nazionale» sia repubblicana, che si incontrano nel sacrario. Le associazioni dei familiari dei caduti per difendere la Repubblica rivendicano l’esumazione e l’identificazione dei propri cari, trasferiti lì senza consenso alcuno; ma non pochi esperti ritengono assai difficile riuscirci. Sul versante politico, un ostacolo enorme è rappresentato dal fatto che l’intera Valle sia un luogo di culto, annesso ad un’abbazia benedettina, dipendente quindi a tutti gli effetti dalla chiesa senza il suo consenso è praticamente impossibile muovere anche solo una pietra.
La commissione, formata da personalità della cultura dai diversi orientamenti e sensibilità politiche, ha depositato martedì il risultato del proprio lavoro: si tratta di «raccomandazioni», che starà al nuovo governo del post-franchista Rajoy decidere se ascoltare e mettere in pratica. Il rapporto prevede la trasformazione dell’intero complesso in un «luogo della memoria», nel quale possa risultare chiara la storia del monumento stesso, da iniziale celebrazione della «Crociata» franchista alla sua rilettura in tempo di democrazia.
Nelle intenzioni degli esperti, la Valle diventerebbe dunque uno spazio pedagogico gestito da un apposito «Centro di interpretazione», ecumenicamente fondato sul ricordo di «tutte le vittime», senza distinzioni. L’ingombrante cadavere del «Caudillo», morto di morte naturale, si propone di esumarlo e affidarlo alla famiglia, affinché decida dove seppellirlo «privatamente».Tutto ciò, beninteso, previo consenso della Chiesa, che fu grande alleata della «crociata cattolico-nazionalista» ed è ben lungi dall’aver riflettuto criticamente sul proprio passato. Un’ipoteca non da poco, dunque, sulla proposta» (peraltro assai prudente) prospettata dalla commissione di esperti. Si accettano scommesse sulla decisione del premier Rajoy.
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