MILANO — Un mese e mezzo fa lo sconcertante gruppo è approdato su Facebook con un nome rivelatore: «Umorismo sottile come un deportato». Ieri a tarda sera aveva 30.714 fans. Soltanto due ore prima quaranta in meno. E sul social network continua ad «autopresentarsi» così: «Pagina contenente alto tasso di Black Humor, si pregano i moralisti di non scartavetrare i c… Obiettivo (in stampatello): 6 milioni di fans, e chissà perché proprio 6 milioni…».
MILANO — Un mese e mezzo fa lo sconcertante gruppo è approdato su Facebook con un nome rivelatore: «Umorismo sottile come un deportato». Ieri a tarda sera aveva 30.714 fans. Soltanto due ore prima quaranta in meno. E sul social network continua ad «autopresentarsi» così: «Pagina contenente alto tasso di Black Humor, si pregano i moralisti di non scartavetrare i c… Obiettivo (in stampatello): 6 milioni di fans, e chissà perché proprio 6 milioni…».
Contro lo humor della pagina «antisemita, razzista e discriminatoria», pagina italiana, è nato un contro-gruppo. Si è scagliata l’indignazione dell’associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti (Aned). E pure l’ira di un cittadino che ha denunciato a carabinieri e polizia postale il «furto» di una sua foto pubblicata sul profilo. Eppure la pagina è ancora lì. Dopo 47 giorni dalla sua nascita. Con il suo repertorio di battute, fotografie, link che fanno tutto tranne che ridere.
Dieci giorni fa la protesta è partita sul Web. «Il 14 ottobre è stata creata su Facebook una pagina di chiara matrice razzista e antisemita — ha denunciato «No a “umorismo sottile come un deportato”» —. Gli assurdi post contengono ignobili battute e frasi gravemente discriminatorie contro ebrei, persone di colore, extracomunitari, ma anche contro bimbi down, vittime di pedofilia… La pagina ha oltre 22 mila c…oni che hanno cliccato su “mi piace”!». «E un solo responsabile — ha rilanciato l’altro giorno il contro-gruppo —: Facebook che nonostante le centinaia di segnalazioni lascia online questa pagina».
Per dare un’«idea del tenore delle battute» l’Aned ha anche pubblicato una delle «battute» presenti nella pagina sotto accusa: «Una “battuta” che ha spopolato — sottolinea — “Perché gli ebrei portano sempre la kippah in testa? Così evitiamo di scottarci togliendoli dal forno». Anche l’associazione ha puntato il dito contro Facebook perché nonostante «la forte protesta di migliaia di utenti» contro questo «umorismo criminale», «finora i responsabili non hanno fatto nulla». Quindi, associandosi alla protesta della Rete, ha ribadito la richiesta: «Immediata cancellazione di questa pagina e punizione dei suoi responsabili: l’istigazione all’odio contro gli ebrei, i migranti, le donne e i disabili in questo Paese è ancora reato».
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