Se i Genesis scoprono la sottile ebbrezza del jazz

Live/GATTO CELEBRA IL PROGRESSIVE. Tra le varie tappe del Roma Jazz Festival anche un omaggio al rock progressive, tributato da Roberto Gatto. Il progetto – documentato anche su disco – esiste da tempo ma per la prima volta ha visto la luce nella capitale.

Live/GATTO CELEBRA IL PROGRESSIVE. Tra le varie tappe del Roma Jazz Festival anche un omaggio al rock progressive, tributato da Roberto Gatto. Il progetto – documentato anche su disco – esiste da tempo ma per la prima volta ha visto la luce nella capitale. Come Rita Marcotulli, Enzo Pietropaoli, Maria Pia De Vito (ed altri) il batterista riprende, attualizza e rende repertorio una musica che lo ha influenzato negli anni giovanili e che sarebbe facile omaggiare in quanto tale. Nel suo, come negli altri casi, il suonare musiche di Robert Wyatt, King Crimson, Genesis ed Emerson, Lake & Palmer non è tanto una operazione nostalgia quanto un recupero in chiave jazzistica, di ciò che ha costituito la colonna sonora per una generazione che ha superato i cinquant’anni. Negli anni ’70 il jazz – dall’Art Ensemble of Chicago a Chet Baker – scorreva parallelo al rock ed i giovani jazzmen nuotavano in entrambi i fiumi cercando una convergenza che, forse, è possibile solo oggi.
Roberto Gatto ha condiviso l’esperienza con la voce di John De Leo, la tromba di Fabrizio Bosso, il trombone di Roberto Rossi, i sassofoni di Maurizio Giammarco, il piano e le tastiere di Luca Mannutza, la chitarra ed il basso elettrici di Roberto Cecchetto e Francesco Puglisi. I brani d’apertura di Robert Wyatt ed Adrian Belew hanno sintonizzato il concerto in un ambito progressive proprio per l’unione di forme estese, ricerca timbrica, spazi improvvisativi e linguaggio sperimentale, grazie anche alle performance della voce. In seguito il batterista ha proposto tre medley dedicate agli Yes, ai Genesis e ad E.L.&P. (in particolare Trilogy), con brani più conosciuti che hanno come ingessato la freschezza dell’operazione di arrangiamento, sintesi, riscrittura. La ripresa di temi e melodie, la ricostruzione di atmosfere in una dimensione soprattutto acustica, i caratterizzanti assoli strumentali (ivi compresa la voce) hanno comunque dimostrato la praticabilità jazzistica di un repertorio che ha un valore al di là dell’effetto nostalgia giovanilista.
Sempre a Roma, al teatro il Vascello secondo appuntamento per la rassegna autofinanziata Cose, un doppio appuntamento con il duo Markus Stockhausen e Ferenc Snetberger e la performance D’ARTIgianati con musica, danza, immagini e parole (coinvolti, tra gli altri, Gabriele Coen, Donatella Palano e Mariana Ferratto). Con la forza delle idee e l’iniziativa di un gruppo di operatori, Cose porta avanti un cartellone ricco di intrecci tra arti.

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