NAPOLI In diecimila contro i tagli e Casa Pound

Nella giornata mondiale della mobilitazione studentesca Napoli scende in piazza con un motivo in più. Il corteo studentesco chiede infatti al comune e alla prefettura di non autorizzare la manifestazione di Casa Pound prevista per sabato 26 novembre.

Nella giornata mondiale della mobilitazione studentesca Napoli scende in piazza con un motivo in più. Il corteo studentesco chiede infatti al comune e alla prefettura di non autorizzare la manifestazione di Casa Pound prevista per sabato 26 novembre. Incassato già il no netto del sindaco Luigi De Magistris, il fronte dei contrari si è allargato con una lettera sottoscritta tra gli altri anche da Vinicio Capossela ed Erri De Luca. Così a metà percorso, arrivati all’altezza della questura, i ragazzi hanno srotolato lo striscione «Non vogliamo i fascisti in città».
Ma sono due i cortei di studenti e Cobas che partiti dai lati estremi del centro si sono incontrati a Piazza Borsa dove un fiume colorato di almeno 10mila persone ha proseguito il cammino per arrivare alla sede della regione e poi della prefettura.
«Questa è la prima manifestazione del dopo Berlusconi – spiega Giovanni del movimento studentesco – Ed è importante sancire chi fa parte di quel famoso 99% e cosa vuole». Tantissimi i cartelli contro la crisi economica. Tra questi – davanti alla fila dei book block con i nomi dei classici della letteratura – spicca lo striscione più lungo con la scritta «Profumo di austerity, no al governo dei sacrifici», espressione dell’opposizione di questa marea di giovani al governo Monti. E infatti dall’altoparlante del camioncino con il sound system una ragazza urla: «Ci vogliono spiegare che questa è l’unica soluzione che è arrivato il tempo delle lacrime e del sangue. Ma la loro austerity e i loro sacrifici sono la distruzione dei nostri luoghi».

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